È un tempo, il nostro, che ogni giorno ci presenta tempeste e salite, barriere e precipizi.
Paure, angosce, solitudine e smarrimento sono i sentimenti che troppo spesso imperversano nei nostri animi, soprattutto quando i progetti e le prospettive che potrebbero derivarne vengono affossati dall’assenza di riferimenti efficaci. Ogniqualvolta che i nostri bisogni e i nostri diritti vengono sottovalutati o addirittura ignorati.
Il senso di frustrazione che ne può derivare produce contrapposizioni e conflittualità e alimenta fatalmente un clima di sospetto o di ostilità, aumentando la frammentazione e acutizzando le divisioni.
Lo scenario determinato da tutti questi disequilibri è reso evidente dalla continua atmosfera di scontro delle nostre forze politiche ed è ancor più aggravato dalla disarticolazione dei corpi sociali intermedi – associazioni, enti, comitati – che, già indeboliti da oggettive condizioni di precarietà operativa, rischiano di perdere progressivamente la loro straordinaria capacità rappresentativa e la forza di intervento, per ricomporre l’indispensabile tessuto di riferimento per milioni di cittadini italiani.
L’architettura sociale ineludibile per recuperare armonia e garantire alla collettività lo sviluppo di processi che migliorino il benessere e accrescano le opportunità è tuttavia rappresentata dall’individuazione di un sistema di valori condivisi sul quale poggiare la progettazione di iniziative comuni nell’interesse generale.
Nel nostro Paese può crescere una nuova coscienza in grado di ricostituire una concreta dimensione cooperativa definita in percorsi di sensibilità e partecipazione e indirizzata verso obiettivi di profonda e benefica innovazione sociale.
Solo su un paradigma di valori comuni e lavorando nel segno dell’unità, è possibile arrivare a quegli obiettivi: traguardi non più rimandabili che esigono compattezza e concordia.
In questa fase occorre mobilitarsi concentrando le energie non sulla contrapposizione, ma sul vincolo etico, fatto di responsabilità e competenze, che consente ai cittadini di sentirsi rappresentati in modo limpido e lineare.
Il salto di qualità intellettuale che stiamo chiedendo da tempo alle Istituzioni è un’esigenza legata al recupero di spazi di confronto che rispondano concretamente ai bisogni delle persone. In quello spazio siamo convinti che esse sapranno operare con una rinnovata e virtuosa volontà.
Il lavoro che svolgiamo nell’àmbito culturale [il riferimento è al progetto “Cinemanchìo”, N.d.R.], lo abbiamo ripetuto più volte, non ha lo scopo di portare persone agli eventi, ma vuole diffondere una cultura nuova, di cambiamento, in tutto il Paese.
Cultura nuova vuol dire anche amicizia, serenità e collaborazione tra tutte le donne e gli uomini che comprendono, oggi più che mai, che dobbiamo camminare insieme, abbandonando recriminazioni e divergenze, per lasciare spazio al confronto pacifico e costruttivo per il bene comune.
Il nostro impegno è al servizio di tutti ed è vincolato a una visione di società in cui nessuno resti indietro, in cui nessuno si senta escluso.
Con umiltà e infinita passione offriamo questo impegno, affinché anche il prossimo 2 Aprile, Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo, affinché ogni altra ricorrenza, affinché ogni giorno dell’anno diventi occasione di coesione e di crescita.
Associazione +Cultura Accessibile.
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