Esistono moltissimi diversi sistemi diversi per comunicare con le persone sordocieche ognuno dei quali tiene conto del grado di difficoltà visiva e uditiva della persona, cercando di promuovere al meglio anche la più piccola capacità residua.
Il metodo Malossi, ad esempio, permette di comunicare attraverso le mani toccando o pizzicando specifiche zone della mano del sordocieco. Infatti, ogni parte del palmo e delle dita corrisponde a una lettera dell’alfabeto. La comunicazione avviene attraverso tocchi o pizzichi leggeri che costruiscono le frasi da trasmettere alla persona.
La LIS tattile è un’evoluzione della Lingua dei Segni Italiana in cui i diversi segni e movimenti vengono trasferiti e ricevuti in versione tattile, per realizzare la comunicazione con persone che manifestano disabilità di tipo uditivo e visivo.
Il Braille, sistema universalmente diffuso di letto-scrittura, consiste, com’è noto, nell’utilizzare dei puntini in rilievo per comporre frasi e testi che vengono letti dalle persone non vedenti tramite lo sfioramento con i polpastrelli delle dita. Ogni segno del Braille può essere composto da zero a sei puntini e corrisponde a una lettera, a un segno di punteggiatura oppure di controllo e segnalazione.
Il metodo Tadoma aiuta i bambini a riconoscere i movimenti delle labbra e quindi ad imparare a parlare attraverso il tatto. Per iniziare a riconoscere i movimenti delle labbra, i bimbi tengono i palmi delle mani sulle guance con i pollici appoggiati sulla bocca del loro interlocutore per riconoscerne i movimenti.
Nella vita di tutti i giorni, una persona sordocieca può utilizzare diversi strumenti che danno autonomia. Le cose più semplici e di uso quotidiano sono le tavolette Braille con punteruolo. Ne esistono di diversi formati e misure: un intero foglio A4, mezzo foglio o anche più piccole. Servono per prendere appunti e annotazioni veloci.
Uno strumento leggermente più complesso è la macchina dattilobraille, sorta di macchina da scrivere su carta.
Ci sono poi svariati utensili che consentono di gestire la vita quotidiana, presentando scritte e segni Braille: semplici esempi sono i barattoli per dosare bevande e alimenti.
Molto semplice da usare e assai utile per riconoscere i diversi tagli di banconote è uno strumento come il riconoscitore di banconote vibrante, che ha dimensioni minime (11 centimetri e mezzo di lunghezza, 3 di larghezza e 1 di spessore), tanto da permettere di tenerlo nel portafoglio. Come funziona? Su uno dei due estremi è presente una fessura entro la quale va inserita la banconota da riconoscere, fino in fondo e in posizione a croce. Si preme quindi l’unico pulsante posto nella parte superiore dell’apparecchio e lo si mantiene premuto per un paio di secondi. Contando le vibrazioni emesse, si stabilirà il valore della banconota: una vibrazione per i 5 euro, due per i 10 euro, tre per i 20 euro e così via, fino a 5 vibrazioni per la banconota da 100 euro.
L’esperienza dimostra che tale strumento è di facile uso anche da parte di persone con scarsa manualità.
Sempre per il riconoscimento del denaro c’è poi il cash-test, targhetta delle dimensioni di una carta di credito, con scanalature e tacche identificate da scritte in Braille e da altri simboli in rilievo per chi non conosce il Braille.
Qui basta infilare la banconota nella piega del cash-test, ripiegarla e, in base al punto toccato dall’altra estremità della banconota, si saprà con certezza di quale taglio di euro si tratti. Sul retro, inoltre, vi è una scanalatura nella quale viene fatta scorrere la moneta, che si fermerà solo nello spazio corrispondente al valore determinato dal diametro della moneta stessa.
Date le ridotte dimensioni, anche il cash-test può essere tenuto nel portafoglio, ciò che consentirà di avere sempre a disposizione un sistema infallibile per riconoscere i soldi.
Quando una persona sordocieca si incontra con altre persone vedenti, molto utile risulta l’utilizzo del guanto Malossi, un guanto bianco con le lettere dell’alfabeto scritte o ricamate nelle corrette posizioni per permettere di comunicare con chi lo indossa, battendo o pizzicando le varie lettere.
A questo punto vale senz’altro la pena ribadire chiaramente un concetto, ovvero che grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie e a un periodo di apprendimento più o meno lungo, in base alle attitudini di ciascuno, è possibile accrescere notevolmente il proprio livello di autonomia.
A tal proposito esistono strumenti quali i display Braille da collegare al computer, e da qualche tempo anche agli smartphone e ai tablet, che permettono la lettura di quanto è presente sullo schermo tramite il Braille.
Ne esistono di diversi tipi che si differenziano per il numero di caratteri Braille (in genere venti, quaranta od ottanta), oltreché per la presenza o meno di una tastiera alfanumerica come quella del computer o di una tastiera tipo dattilobraille.
A ben pensare, uno smartphone collegato a un display Braille costituisce un’opportunità di autonomia molto importante: infatti, utilizzando ad esempio la barretta Braille EasyLink, collegata all’iPhone tramite Bluetooth, si facilita ancor di più la vita di tutte le persone sordocieche, permettendo di inviare e ricevere messaggi SMS, e-mail o di chattare con whatsapp.
E ci sono strumenti anche più complessi, come il Braille Sense Polaris, che non è solo un display Braille multifunzione, ma un vero e proprio tablet cui accedere tramite Braille il quale però, grazie a un piccolo schermo a cristalli liquidi che riporta in nero quanto scritto sul display Braille, facilita il dialogo con una persona sordocieca, soprattutto quando gli interlocutori non conoscono i sistemi tradizionali per comunicare, quali la scrittura Braille o il linguaggio Malossi.
Una nota conclusiva, infine, dedicata alle stampanti Braille, che producono stampe a rilievo con scritte in Braille su fogli di carta rigida. Ce ne sono di svariati tipi e di diverse dimensioni, anche adatte all’uso domestico e servono soprattutto nei casi in cui si vogliano scrivere appunti che devono durare nel tempo o anche per libri e altro materiale di studio.