Servono provvedimenti adeguati, nell’interesse dei cittadini tutti

di Paolo De Luca*
«La priorità - scrive Paolo De Luca - è impedire un’ulteriore diffusione del contagio e la tutela della salute pubblica è anche responsabilità di ciascuna e ciascuno di noi. Tuttavia non è accettabile che le pur necessarie misure ricadano sulle spalle di lavoratori e lavoratrici che possono spostarsi per recarsi al proprio posto di lavoro, mettendo a rischio se stessi e, incolpevolmente, gli altri, spesso senza poter disporre dei più elementari equipaggiamenti di sicurezza. Servono quindi provvedimenti adeguati, nell’interesse dei cittadini tutti, senza distinzione alcuna»

Persona con mascherina davanti al ColosseoLa salute è importante, possiamo dire che è il primario bene comune  dell’umanità. Quindi, nonostante le troppe voci e le discordanze, va ribadito che bisogna dare fiducia agli scienziati, e in particolare a chi non scopre l’ebbrezza e il fascino mediatico e lavora insieme a tutti gli altri per trovare soluzioni volte ad arginare, contrastare e battere il coronavirus.
Di fronte a un rischio così importante per la salute pubblica, non ci si può sbagliare, la priorità è impedire un’ulteriore diffusione del contagio e la tutela della salute pubblica è obbligo del Governo, non meno che della responsabilità di ciascuna e ciascuno di noi. Abbiamo infatti il dovere di contribuire alla salvaguardia di tutte e tutti, in particolare degli anziani e delle persone più deboli, come gli immunodepressi e le persone affette da patologie pregresse.

Al tempo stesso, tuttavia, non possiamo accettare che le pur necessarie misure di contenimento dell’infezione ricadano sulle spalle di lavoratrici e lavoratori dipendenti, precarie e precari, lavoratori autonomi e lavoratrici autonome.
La crisi sanitaria viene da lontano, è effetto dei tagli selvaggi che hanno letteralmente dissanguato la Sanità Pubblica, tagliando, nel corso degli anni, 70.000 posti letto e  riducendo drammaticamente quelli di terapia intensiva!
Nel momento stesso in cui il Paese viene bloccato per impedire l’ulteriore diffusione del virus, milioni di lavoratori e lavoratrici possono spostarsi per recarsi al proprio posto di lavoro, mettendo a rischio se stessi e, incolpevolmente, gli altri.
Inoltre, questi lavoratori e queste lavoratrici sono spesso sprovvisti/e dei più elementari equipaggiamenti di sicurezza e messi/e nella condizione oggettiva di non poter rispettare le necessarie disposizioni igienico-sanitarie sul proprio posto di lavoro.

Nessuno più dei lavoratori e delle lavoratrici, degli anziani e delle persone più deboli ha interesse a fermare il virus, ma per farlo occorre essere conseguenti. L’auspicio, quindi, è che provvedimenti adeguati siano presi dalle Istituzioni nell’interesse dei cittadini tutti, senza distinzione alcuna.

Presidente dell’APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare).

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