In isolamento, ma per andare oltre la superficialità

di Special Olympics Italia*
«L’autismo - scrivono da Special Olympics Italia - vive oggi, 2 Aprile, la sua paradossale Giornata Mondiale in isolamento: ma è forse proprio questo il nesso propizio in grado di accendere i riflettori su una tematica che, mai come oggi, può offrire un importante spunto di riflessione per comprendere come si possa andare oltre ciò che appare superficialmente, nei confronti di persone con autismo che l’isolamento lo hanno già vissuto sulla propria pelle, frutto di un retaggio culturale che si fatica a superare e che porta la società ad etichettarli, ancora oggi, come “diversi”»
Atleta con autismo di Special Olympics Italia
Un atleta con autismo di Special Olympics Italia

Se il tempo si ferma nelle limitazioni delle attività, questo stesso tempo rappresenta l’occasione per riflettere su se stessi e su quell’universo complesso delle relazioni umane.
L’isolamento che stiamo vivendo oggi esalta ancora di più il valore di queste relazioni perché la totale esclusione dai rapporti sociali, in cui ci siamo ritrovati e che indistintamente affligge e angoscia tutti, non è una scelta ma una condizione.
Proprio come l’autismo che vive oggi, 2 Aprile, la sua paradossale Giornata Mondiale in isolamento: ma è forse proprio questo il nesso propizio in grado di accendere i riflettori su una tematica che, mai come oggi, può essere in grado di offrire un importante spunto di riflessione per comprendere come, nei rapporti con ogni persona, si possa andare oltre ciò che appare superficialmente.
È questo il significato di un breve videomessaggio [disponibile a questo link, N.d.R.] di quattro atleti del nostro movimento [Special Olympics Italia, N.d.R.], persone con autismo che l’isolamento lo hanno già vissuto sulla propria pelle, come condizione di emarginazione sociale: frutto di un retaggio culturale che si fatica a superare e che porta la società ad etichettarli, ancora oggi, come “diversi”.

Alla base di questa nostra riflessione è che da questa situazione ne usciremo tutti diversi, ma sicuramente migliori, perché consapevoli di avere maturato nuove prospettive attraverso le quali guardare il mondo, la persona.
Se il graduale ritorno alla nostra vita limiterà i contatti fisici, questo non dovrà necessariamente tradursi nel mantenere una distanza, ma potrebbe rappresentare l’opportunità di andare più in profondità nelle relazioni, nella comprensione e nella conoscenza, per fare luce sul valore dell’inclusione sociale.

Special Olympics Italia è la componente nazionale del movimento dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale (stampa@specialolympics.it).

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