Questo periodo di emergenza, che ha costretto tutti noi a vivere delle restrizioni, se pur necessarie, ha avuto effetti di notevole gravità sulla già disagiata condizione psicologica, fisica e sociale di molte persone con disabilità visiva. Queste ultime hanno interrotto le attività riabilitative di orientamento e mobilità necessarie per la loro autonomia domestica e per una mobilità autonoma fuori casa, mentre i bambini e i ragazzi ciechi hanno interrotto le attività di recupero riguardanti la didattica scolastica, ciò che potrà causare serie difficoltà per il nuovo anno scolastico, se tali attività non verranno recuperate per tempo. E ancora, vanno ricordate le conseguenze per quelle persone adulte e anziane che hanno perso la vista da pochi anni e che avevano intrapreso attività riabilitative di autonomia personale e domestica e di reinserimento sociale dopo anni di reclusione in casa, a causa della mancata accettazione della propria disabilità. Infine, i molti giovani ciechi e ipovedenti che ad ottobre proseguiranno con gli studi universitari, i quali avevano avviato un percorso di apprendimento circa le nuove tecnologie e l’utilizzo del computer, strumenti necessari per sostenere i proprio esami.
Tutto questo, ovvero ciò che era attivo presso il nostro Presidio UICI della Zona Vesuviana (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) è stato interrotto, provocando non solo difficoltà nelle attività quotidiane, ma determinando anche, sotto il profilo psicologico, ansie, depressione, apatia, nervosismo, situazioni di difficile gestione anche per i familiari delle persone con disabilità.
Ora dunque, con la ripartenza della tanto attesa “fase 2”, occorre un intervento tempestivo di recupero, per ridurre al minimo le gravi e ulteriori conseguenze che si potrebbero verificare a causa dell’interruzione di tutte quelle attività che bambini, giovani e anziani con disabilità visiva avevano intrapreso con fiducia e ottimismo.
Dobbiamo pertanto riprogrammare tutte le attività, attenendoci rigorosamente alle regole imposte dal Governo per salvaguardare l’incolumità di noi tutti, evitando in primis situazioni di assembramento; per fare ciò, dobbiamo appunto rimodulare i nostri interventi, avvalendoci di maggiori risorse umane e strumentali.
La nostra realtà associativa, come del resto l’intera umanità, non era pronta a subire un impatto del genere e soprattutto non abbiamo adesso le risorse necessarie a far fronte all’enorme disagio che la categoria delle persone con disabilità sta affrontando. Sappiamo bene, però, che bisogna intervenire per la salute delle stesse. Pertanto, confidiamo nelle Istituzioni per supportarci in questo momento difficile.