«La famiglia diventa sempre più spesso il luogo in cui si accumulano i carichi di cura»: è partendo da questo presupposto e con la finalità ultima di rendere protagonisti di un modello di welfare più sostenibile i caregiver, ovvero coloro che prestano un’assistenza continuativa e significativa ad un congiunto con grave disabilità o non autosufficienza, che ha preso il via la Rete Caregiver, promuovendo il progetto denominato Il paziente riscoperto, rivolto appunto al sostegno e alla valorizzazione dei caregiver familiari di Mantova, Verona e Vicenza.
Partner del progetto stesso, che verrà presentato in streaming nel pomeriggio dell’11 giugno (ore 17), agli operatori dei Servizi, del Terzo Settore e dell’Associazionismo, così come ai caregiver delle città coinvolte, sono la Cooperativa Sociale Anziani e non solo di Carpi (Modena), Yeah!, ramo aziendale della Cooperativa Sociale Quid di Verona, specializzato nella fornitura di servizi per l’accessibilità e l’inclusione, l’Associazione Curare a casa di Vicenza e il Comune di Nanto (Vicenza), sostenuti dalla Fondazione Cariverona nell’àmbito del bando 2019 Welfare & Famiglia.
«Il caregiver familiare – spiegano i promotori del Paziente riscoperto – è la persona che si prende cura gratuitamente e volontariamente di una persona cara non autosufficiente o fragile. Nella società cosiddetta dell’invecchiamento in cui il disagio e la frammentazione delle reti sociali rischia di produrre lacerazioni sempre più evidenti, il familiare che assume compiti di cura rappresenta una risorsa indispensabile per il welfare delle comunità. Sono Si stima siano 7 milioni e 200.000 gli italiani che si prendono cura di un familiare affetto da una malattia cronica o con una grave disabilità. Senza però un adeguato sistema di supporto, prendersi cura di un familiare può influire negativamente sulle condizioni economiche, sulle reti sociali e sul benessere bio-psico-fisico del caregiver, spesso definito come un “paziente nascosto”. E del resto, per potere svolgere al meglio il proprio compito, il caregiver dev’essere sempre più competente, in modo da poter affrontare le problematiche della gestione dell’assistenza del proprio congiunto fragile o non autosufficiente con la necessaria consapevolezza. Per questo motivo ci proponiamo di aiutare e valorizzare i caregiver adulti e giovani, con spazi e servizi dedicati, oltreché con canali online (portale web e app)».
Per quanto riguarda infine la tempistica, l’iniziativa, che punta a dare vita a un modello replicabile anche in altri territori, dovrà essere realizzata entro la fine del 2022. (S.B.)
Per approfondimenti e per iscriversi all’incontro di presentazione in streaming del progetto Il paziente riscoperto , in programma per l’11 giugno (ore 17), accedere a questo link. Per ulteriori informazioni: info@progettoyeah.it (Fabio Lotti).