Il lungo percorso di quella Sentenza della Consulta sulle pensioni di invalidità

«Un passaggio epocale che ha riconosciuto la legittimità delle nostre argomentazioni e l’incostituzionalità di un importo largamente al di sotto del minimo vitale»: così Vincenzo Bozza, presidente dell’UTIM di Torino, commenta la Sentenza con cui la Corte Costituzionale ha ritenuto «inadeguato a garantire i mezzi necessari per vivere» l’attuale importo delle pensioni di invalidità civile totale. Proprio l’UTIM, infatti, ha sostenuto sin dall’inizio il tutore della persona con grave disabilità che con la sua azione aveva dato il via al lungo iter, conclusosi con l’attuale pronunciamento

Martelletto del giudice«Un passaggio epocale che ha riconosciuto la legittimità delle nostre argomentazioni e l’incostituzionalità di un importo largamente al di sotto del minimo vitale»: così Vincenzo Bozza, presidente dell’UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva), commenta la Sentenza pronunciata il 23 giugno dalla Corte Costituzionale, di cui abbiamo già ampiamente riferito in altra parte del giornale, che ha ritenuto l’attuale importo delle pensioni di invalidità civile totale «inadeguato a garantire i mezzi necessari per vivere», evidenziando che un importo così basso «vìola il diritto al mantenimento che l’articolo 38 della Costituzione garantisce agli inabili al lavoro sprovvisti di mezzi necessari per vivere».
«Il percorso di questi anni – aggiunge Bozza – è stato lungo, faticoso per una famiglia e un’Associazione piccola ma battagliera come la nostra. Alla fine, però, ha prevalso la coerenza e la fiducia nel diritto, con la Consulta che ha affermato in concreto la dignità per tutte le persone con disabilità grave».
La questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’Appello di Torino, che ha portato al pronunciamento della Consulta, era stata sollevata da un’azione di partenza presentata dal tutore di una persona con grave disabilità, incapace di svolgere i più elementari atti quotidiani della vita e di comunicare con l’esterno, sostenuta nel corso di tutto l’iter dalla stessa UTIM e seguita dall’avvocato Mario Motta.

«Il ricorso presentato alla Magistratura – preme ancora puntualizzare al Presidente dell’UTIM – è stato suggerito e più volte sollecitato da Francesco Santanera, persona impegnata sin dall’inizio degli Anni Sessanta nella tutela, nella difesa e nella promozione dei diritti di tutte le persone non in grado di difendersi. Lui ha sempre creduto nella possibilità di arrivare a questo risultato ed è il primo da ringraziare. Altri riconoscimenti vanno al tutore della persona con disabilità coinvolta, che le ha dato ascolto e ha iniziato il percorso che ha portato alla Sentenza di questi giorni, né va dimenticato il ruolo svolto dalla rivista «Prospettive Assistenziali», che ha messo in rilievo la rivoluzionaria Sentenza della Corte d’Appello di Torino la quale rimetteva gli atti alla Consulta perché si pronunciasse circa la costituzionalità delle leggi inerenti all’importo della pensione di invalidità. E infine va ricordato che il nostro Consiglio Direttivo ha condiviso l’azione, impegnandosi a sostenerla anche e non solo economicamente».

«Un grazie – conclude Bozza -va anche a Marta Cartabia, presidente della Corte Costituzionale, che ha aperto alla possibilità di inviare contributi in merito al pronunciamento atteso, opportunità raccolta da molte Associazioni aderenti al CSA di Torino (Coordinamento sanità e assistenza fra i Movimenti di Base) che sono intervenute a sostegno delle nostre richieste». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: utim@utimdirittihandicap.it; info@fondazionepromozionesociale.it.

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