«Negli ultimi dieci anni sono cambiate molte cose, il che significa che la Strategia sulla Disabilità per il prossimo decennio dovrà essere molto più ambiziosa di quella attualmente in atto, in particolare per quanto riguarda l’attuazione concreta e il monitoraggio»: lo aveva dichiarato all’inizio di quest’anno, come avevamo riportato anche sul nostro giornale, Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, a proposito della Strategia Europea sulla Disabilità fino al 2030, passaggio destinato a incidere concretamente sulla vita di oltre cento milioni di persone con disabilità del Vecchio Continente.
In realtà la road map per il nuovo decennio non si chiamerà più “Strategia”, ma diventerà l’Agenda Europea sui Diritti delle Persone con Disabilità 2020-2030 (European Disability Rights Agenda), verrà definita nei prossimi mesi dall’Unione Europea e resa pubblica nel 2021. Essa elencherà le varie leggi, i programmi e le azioni che guideranno appunto per i prossimi dieci anni le politiche dell’Unione in tema di diritti delle persone con disabilità, coincidendo con una serie di impegni precisi, da perseguire con le risorse più adeguate.
Con la consapevolezza, quindi, dell’importanza di porre sin d’ora istanze chiare e definite, l’EDF ha prodotto l’ampio documento intitolato EDF input to the European Disability Rights Agenda (consultabile integralmente a questo link), basato innanzitutto su cinque obiettivi principali, che qui di seguito elenchiamo.
1. Porre fine alla segregazione e garantire un livello di vita adeguato, tramite l’accesso a un’istruzione inclusiva, all’inclusione sociale e alla vita nella comunità, al lavoro e alla protezione sociale. In particolare il Forum punta molto sulla fine progressiva della segregazione nelle strutture residenziali, rivendicando il fatto che le persone con disabilità hanno il diritto di vivere in modo indipendente.
2. Libertà di circolazione: ovvero le persone con disabilità devono essere libere di vivere, lavorare, viaggiare, studiare e partecipare alla vita pubblica in ogni Paese dell’Unione Europea, senza perdere alcun diritto né il diritto a un sostegno finanziario. Ora non succede, a causa del perdurare di molte barriere e ostacoli.
3. Sarà fondamentale promuovere la parità per le persone con disabilità e la protezione contro ogni forma di discriminazione, violenza e abuso.
4. L’Unione Europea dovrà farsi portatrice dei diritti delle persone con disabilità in ogni sua relazione internazionale, ovvero presso le Nazioni Unite, al Consiglio d’Europa e in tutte le attività di cooperazione internazionale, compresa l’azione umanitaria.
5. Le Istituzioni, gli Organi e le Agenzie dell’Unione Europea dovranno garantire i diritti delle persone con disabilità innanzitutto nel loro funzionamento interno (dipendenti, personale, beneficiari).
Il documento dell’EDF propone poi una serie di azioni da concretizzare a breve/media scadenza, a partire dall’istituzione di un’“Unità Convenzione ONU” all’interno della Commissione Europea, responsabile cioè dell’attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, organismo che dovrebbe collocarsi presso la Direzione Generale della Giustizia e dei Consumatori dell’Unione Europea.
Altro punto di particolare importanza è quello concernente l’avvio di una struttura formale (Structured Dialogue), che garantisca la partecipazione delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità all’attuazione della nuova Agenda, con una linea di bilancio indipendente e sufficienti risorse finanziarie.
Sul piano quindi dei Fondi Europei, l’EDF chiede che ne venga proibito l’utilizzo in qualsiasi àmbito di assistenza, in ogni struttura o servizio che sia inaccessibile alle persone con disabilità o che comporti la discriminazione di queste ultime.
Altre istanze riguardano l’accessibilità, con la creazione di un Comitato Europeo che verifichi in tutti i Paesi dell’Unione l’applicazione delle norme comunitarie in tale settore, nonché una raccolta di statistiche sulla disabilità finalmente ampia e corretta, disaggregando i dati in base al tipo di disabilità, al genere e all’età, oltreché includendo anche le persone con disabilità che vivono in contesti istituzionali.
Sempre sul fronte delle azioni a breve/medio termine, ve ne sono poi due riguardanti altrettante Convenzioni, la prima delle quali – la Convenzione di Oviedo (Convenzione sui Diritti Umani e la Biomedicina) – aveva già suscitato qualche tempo fa la preoccupata attenzione delle organizzazioni impegnate in favore dei diritti delle persone con disabilità. O meglio – come avevamo ampiamente riferito anche sulle nostre pagine – a preoccupare era il progetto di Protocollo Aggiuntivo a tale Trattato, rispetto al quale proprio l’EDF era stata la prima firmataria di una lettera inviata al Segretario Generale del Consiglio d’Europa, scrivendo che «qualsiasi autorizzazione al trattamento coatto e all’istituzionalizzazione delle persone con disabilità costituisce una violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, in particolare degli articoli 14 (Libertà e sicurezza della persona), 15 (Diritto di non essere sottoposto a tortura, a pene o a trattamenti crudeli, inumani o degradanti), 17 (Protezione dell’integrità della persona) e 25 (Salute)». Anche ora, pertanto, viene rinnovata la richiesta di opporsi esplicitamente, all’interno della nuova Agenda Europea, a quel Protocollo Aggiuntivo.
Infine, l’Unione dovrà far sì che tutti i Paesi Membri aderiscano alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica (la Convenzione di Istanbul), ciò che non è ancora avvenuto, come passaggio fondamentale per combattere la violenza contro le donne e le ragazze con disabilità.
A livello di nuova legislazione da introdurre nei prossimi anni, il Forum guarda in particolare a una norma europea che tuteli le persone con disabilità dalla discriminazione in ogni àmbito della vita, una norma dalle caratteristiche assai simili alla nostra Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni), una Legge decisamente avanzata, anche se tuttora relativamente poco sfruttata, tanto da diventare una sorta di “modello” a livello continentale.
Altri importanti settori da regolamentare con specifiche Direttive Europee dovranno essere quelli volti a garantire un reddito standard di tutela sociale, per garantire una vita dignitosa alle persone con disabilità e alle loro famiglie, un criterio comune per la valutazione della disabilità in tutti i Paesi dell’Unione, così come costi ragionevoli per le cosiddette “tecnologie assistive”, nonché una legislazione che armonizzi i requisiti minimi di accessibilità per ogni aspetto dell’ambiente costruito, dei veicoli di trasporto e delle stazioni, trasporto urbano compreso.
E naturalmente da ultima, ma non certo ultima, una norma che garantisca il diritto di voto alle Elezioni Europee per tutte le persone con disabilità dell’Unione.
Per garantire la reale attuazione di tutto quanto proposto, serviranno, a parere dell’EDF, alcuni strumenti, come la Carta Europea della Disabilità, che tutti gli Stati Membri dovranno adottare, per fornire il riconoscimento automatico della valutazione di disabilità di una persona, nonché dei diritti connessi.
Serviranno inoltre risorse economiche per incentivare e facilitare l’accesso al mercato comunitario del lavoro, da parte delle persone con disabilità, mentre su un altro versante, il Forum chiede che gli Stati dell’Unione vengano obbligati a rendere pubblici i dati riguardanti le discriminazioni in materia di accessibilità.
Nel documento dell’EDF, infine, vengono menzionate una serie di linee generali, che dovranno ispirare le politiche dei prossimi anni.
In primo luogo, sulla scia delle varie ristrutturazioni edilizie volte a migliorare il patrimonio edificato, ai fini anche di una migliore efficienza energetica, l’accessibilità dovrà sempre costituire un requisito di base.
Nel campo dei trasporti, inoltre, l’Unione Europea dovrà affrontare e risolvere a tutti i livelli, le questioni riguardanti i voli aerei e segnatamente il problema dei “negati imbarchi” alle persone con disabilità e la definizione dei “motivi di sicurezza” che li possono motivare, garantendo altresì l’accessibilità dei velivoli, degli aeroporti e delle informazioni negli scali e a bordo. Riguardo invece ai viaggi ferroviari, dovranno essere rimossi in tutti gli Stati i tempi di pre-notifica richiesti per l’assistenza, consentendo, a lungo termine, viaggi liberi e indipendenti per tutti.
E ancora, il programma comunitario Garanzia Giovani dovrà essere pienamente inclusivo per tutti i giovani che si affacceranno sul mercato del lavoro, compresi quelli con disabilità.
Ulteriori passaggi sono quindi dedicati alla necessità di garantire che venga fornito sostegno adeguato ai richiedenti asilo e ai rifugiati con disabilità, oltreché all’inclusione nella nuova Agenda Europea della cosiddetta “discriminazione intersezionale”, riguardante in particolare le donne e i bambini con disabilità, ma anche le persone LGBTI con disabilità (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali).
Infine, ulteriore punto qualificante del documento dell’EDF è costituito dalla necessità di garantire l’attuazione della Nota orientativa sull’inclusione delle persone con disabilità nelle operazioni di aiuto umanitario finanziate dall’Unione Europea, da parte della Commissione Europea per gli Aiuti Umanitari, in linea con tutti i principali Trattati internazionali degli ultimi anni. (S.B.)
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