Il Consorzio Sociale Il Filo da Tessere (Biella), con il progetto Valdilana – La valle delle abilità»; l’ANFFAS Ticino (Varese), con Vado a Vivere da solo; il CO&SO (Consorzio di Cooperative Sociali) (Firenze), con Le chiavi di casa; l’ANFFAS Brescia, con Cascina Mensi: abitare, lavorare, partecipare; l’ANFFAS Sibillini (Macerata), con La casa nel cuore; la Cooperativa Sociale Come Noi (Pavia), con A casa mia: sono le sei organizzazioni vincitrici del Bando Trust in Life, lanciato lo scorso anno da UBI Comunità, la divisione di UBI Banca rivolta alle realtà del Terzo Settore e dell’Economia Civile, insieme all’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) e a CGM (Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale), con il contributo tecnico della FIA (Fondazione Italiana Accenture) e quello scientifico del CERIF dell’Università Cattolica (Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia).
Un premio speciale assegnato dai dipendenti di UBI Banca è andato inoltre al progetto Il volo – Residenza transitoria per l’economia, presentato dalla Cooperativa Sociale Eridano (Brindisi).
Il Bando si colloca nell’àmbito dell’iniziativa Trust in Life per il Durante e Dopo di Noi, avviata nel 2017 da UBI Banca e UBI Trustee S.A., la Trust Company del Gruppo, in collaborazione con le citate ANFFAS e CGM, il cui obiettivo – come spiegato a suo tempo anche sulle nostre pagine – è «lo sviluppo di progetti che mettano a disposizione delle persone con gravi disabilità e delle loro famiglie strumenti, supporti, servizi finanziari e modelli di intervento innovativi, gestendo attraverso il sistema giuridico del trust – anche in chiave mutualistica “multibeneficiario” – il complesso delle risorse finanziarie nel quadro normativo della Legge 112/16 sul “Durante e Dopo di Noi”».
Al Bando hanno concorso ventidue organizzazioni di tutta Italia appartenenti alle Reti ANFFAS e CGM, presentando appunto progetti innovativi per il “Durante e Dopo di Noi”, in coerenza con la relativa Legge 112/16. Dal canto suo, UBI Banca, per premiare e supportare i sette migliori progetti, ha stanziato la somma complessiva di 250.000 euro, derivata dai ricavi relativi alla commercializzazione della carta di credito Hybrid, e darà inoltre a ogni singola organizzazione la possibilità di chiedere un finanziamento fino a 25.000 a tasso zero, oltreché di aprire un conto corrente gratuito per 36 mesi, mentre ANFFAS e CGM organizzeranno quattro incontri trimestrali per facilitare lo scambio e l’interazione fra i vincitori sulla realizzazione, la verifica e la rendicontazione dei progetti.
La giuria degli esperti, composta da esponenti di UBI, FIA, CERIF, Secondo Welfare e Fondazione Dynamo, ha selezionato i vincitori, che si sono aggiudicati il premio da 37.000 euro, attraverso una valutazione che ha preso in considerazione diversi aspetti, tra cui l’aderenza delle proposte alle Linee Guida della Legge 112/16, il grado di innovazione apportato dalle soluzioni presentate, la reputazione, l’affidabilità e l’esperienza dei partecipanti e la sostenibilità dei progetti nel lungo periodo. Il vincitore del Premio Speciale di 28.000 euro, invece, è stato scelto, come detto, da oltre mille dipendenti UBI, che hanno votato attraverso la piattaforma digitale intranet del Gruppo.
«La Legge 112/16 – commenta Roberto Speziale, presidente dell’ANFFAS – rappresenta una grande opportunità per progettare nel “Durante Noi” un sereno “Dopo di Noi”. La norma trae origine dall’articolo 19 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [“Vita indipendente ed inclusione nella società”, N.d.R.], che sancisce il diritto di ogni persona a poter scegliere dove e con chi vivere, senza mai essere adattata a una specifica sistemazione contro la propria volontà e tenta di rispondere a quella domanda piena di angoscia che noi genitori e familiari di persone con disabilità rare e complesse, con l’avanzare degli anni, ci poniamo sempre più spesso: cosa ne sarà dei nostri figli, quando noi non ci saremo più o non saremo più in grado di prendercene cura? Iniziative come questa rappresentano una risposta concreta, riconoscendo e sostenendo la capacità innovativa del mondo associativo familiare e del Terzo Settore, che è stato capace, pur in presenza di innegabili difficoltà registrate nella prima fase di avvio della Legge, di mettere in atto soluzioni innovative che faranno certamente da “apripista” ad altre analoghe e, si spera, sempre più numerose iniziative. Il tutto all’interno di un modello gestionale solido e sostenibile, in grado di mobilitare il territorio e attrarre risorse di varia natura, anche grazie alle agevolazioni e agli strumenti previsti dalla stessa Legge 112. L’emergenza sanitaria in atto, infine, ci ha dimostrato che le soluzioni abitative più consone alle persone con disabilità che non possono più vivere nel proprio nucleo familiare di origine, sono proprio quelle indicate dalle Legge 112».
«In un momento così complesso – dichiara dal canto suo Giuseppe Bruno, presidente del Gruppo Cooperativo CGM – ognuno può e deve fare la propria parte. Le persone con disabilità sono esposte a difficoltà maggiori e trovano spesso risposte insufficienti alle loro inderogabili istanze. Anche le famiglie chiedono sostegni adeguati, dovendo garantire ai propri figli in condizioni di fragilità una quotidianità “sufficientemente buona”, ma sono affaticati da carenze sistemiche che si limitano alla fornitura di servizi di base i quali spesso sottodimensionano le risorse economiche a disposizione. Non a caso molte soluzioni giungono dal mondo del Terzo Settore, attraverso azioni capaci di coinvolgere attori diversi. Queste iniziative non solo offrono soluzioni pratiche, ma sono premianti anche per il loro portato valoriale, in quanto stimolano la diffusione e il sostegno di progettualità innovative di assistenza». (S.B.)
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