«Questa gara d’appalto costringerà i pazienti ad utilizzare unicamente prodotti di scarsa qualità. Risparmiare sui dispositivi medici costringe infatti ad abbassare la qualità del prodotto e di conseguenza tutto ciò può portare a complicanze mediche, più accessi in pronto soccorso, ulteriori complicazioni nella vita degli utilizzatori».
Lo dichiara Francesco Diomede, presidente della FINCOPP (Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico), promotore di una ferma denuncia, insieme ad altre Associazioni e a tante persone con problemi di incontinenza, rispetto alla gara di appalto al ribasso indetta dalla Regione Lazio, per fornire cateteri vescicali a migliaia di persone con disabilità costrette appunto ad utilizzare tali presìdi salvavita. Secondo coloro che si oppongono a tale iniziativa, infatti, l’operatore che vincerà l’appalto avrà il monopolio di fornitura per quarantotto mesi, e per le persone non sarà più possibile avere la libera scelta del catetere ritenuto migliore.
Sono tante, va ricordato, le persone con lesione al midollo spinale o con altra grave patologia neurologica costrette al cateterismo a intermittenza per lo svuotamento della propria vescica neurogena. E si tratta di un aspetto quanto mai importante, che se mal gestito può portare a gravi conseguenze, dal ricovero in ospedale alla dialisi, fino al decesso della persona.
«Perseguire gare d’appalto con tali modalità – ribadiscono dall’AIMAR (Associazione Italiana Malformazioni Ano-Rettali) – elimina in automatico i presìdi più avanzati, potenzialmente più adatti. L’uso di cateteri non adeguati alle esigenze delle persone, diversi per tipologia da quelli indicati dallo specialista, produrrà un ulteriore aggravio dei costi, in quanto le persone necessiteranno di altre cure (antibiotici, visite mediche, giornate di lavoro perse per malattia, ecc.)».
Dal canto suo, Grazia Barile, paraplegica da ventotto anni a causa di un incidente stradale, dichiara: «Noi utilizzatori, non di certo per gioco, non possiamo subire tale mortificazione, ovvero di essere costretti ad accettare presìdi urologici, per noi importantissimi, senza la possibilità di scelta, di prova e anche di cambiare al bisogno presso la Sanitaria vicino casa. Tutto ciò non fa altro che inficiare il lungo percorso riabilitativo che purtroppo abbiamo dovuto vivere».
Sono quindi numerose le persone con disabilità, sostenute da varie Associazioni, pronte a mobilitarsi e ad agire in ogni sede. (S.B.)
Ringraziamo Fabrizio De Rosa per la collaborazione.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: presidenza@finco.org.