Ogni giorno in Italia sono sei le donne che scoprono di avere la sclerosi multipla. Si tratta per lo più di giovani donne o giovani mamme (tra i 20 e i 40 anni) e da quel momento la loro vita e quella dei loro figli viene completamente stravolta.
In generale, dunque, si stima che nel nostro Paese le giovani donne con sclerosi multipla tra i 16 e i 44 anni siano circa 33.000, molte delle quali madri o future madri, che stanno affrontando o dovranno affrontare le numerose sfide connesse alla malattia. L’aiuto principale sul quale possono contare è, normalmente, quello offerto dai loro familiari conviventi: compagni, figli, fratelli e genitori, che rappresentano nel 71,6% dei casi il solo supporto sul quale fare affidamento. E tuttavia, anche quando ciò è possibile, l’aiuto familiare in molti casi non è sufficiente, sia perché è necessario disporre di un aiuto qualificato offerto da operatori professionali che conoscano bene le modalità con cui operare in àmbito di assistenza alle persone con sclerosi multipla, sia perché, purtroppo, nei casi più difficili, a volte, si assiste all’abbandono da parte dei familiari delle persone malate. Una situazione, questa, ulteriormente aggravatasi negli ultimi mesi, anche a causa dell’emergenza da coronavirus.
Grazie ora al progetto Sclerosi multipla giovani mamme e bambini, finanziato dall’edizione 2019 dell’iniziativa Trenta Ore per la Vita, che ha scelto in tal modo di tornare ad affiancarsi ad un suo partner “storico”, quale l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), le madri con sclerosi multipla possono contare su una rete di supporto in ben cinquanta città italiane. Grazie inoltre ad un ulteriore contributo economico della Fondazione Terzo Pilastro, è stato possibile attivare il servizio in quaranta città del Centro-Sud Italia.
«In tutte le città in cui è attivo il servizio – spiegano dall’AISM -, un’équipe, composta da psicologi, consulenti legali, volontari e operatori professionali agevolerà le madri con sclerosi multipla in tutte le azioni quotidiane e nella loro sfida contro la malattia, garantendo loro supporto psicologico, sostegno nelle attività quotidiane domiciliari, consulenza e orientamento professionale, consulenza legale; informazione e formazione sulla gestione della malattia. In più, l’obiettivo di Trenta Ore per la Vita 2020, sempre in collaborazione con l’AISM, sarà quello di estendere questa rete di protezione e di assistenza in ottanta città italiane». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa e Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.
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