A Roma problemi per il trasporto e non solo per quello scolastico

Gravi disagi per il trasporto scolastico degli alunni e delle alunne con disabilità nel Comune di Roma vengono denunciati dalla CGIL, causati, secondo l’organizzazione sindacale, dalla mancata retribuzione ai dipendenti da parte della Società Tundo, cui il servizio è appaltato. Ma i problemi riguardanti il trasporto delle persone con disabilità nella Capitale non riguardano solo la scuola, bensì anche i centri riabilitativi rivolti a persone adulte con disabilità complesse, come viene segnalato dall’Associazione UFHA

Pulmino trasporto per persone con disabilità«Il trasporto degli alunni con disabilità nel Comune di Roma si rivolge a circa 800 ragazzi/e con diverse disabilità su un totale di 5.000 utenti del trasporto scolastico. Si tratta di un servizio importantissimo, sia dal punto di vista pratico che etico, ma nella Capitale è costellato di difficoltà, con problemi connessi all’organizzazione del servizio e problemi per i circa 260 lavoratori coinvolti, dipendenti della Società Tundo, che ha vinto la gara di appalto per questo servizio. I disagi, dunque, si riverberano su tutti, determinati non soltanto dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria, ma soprattutto dalla responsabilità della stessa Azienda che da maggio non eroga ai lavoratori la retribuzione dovuta». A denunciarlo in una nota è la CGIL, insieme alla FILT CGIL di Roma e del Lazio (Federazione Italiana Lavoratori Trasporti).

«Se la quasi totalità dell’utenza speciale ha registrato problemi e criticità per il trasporto del ritorno da scuola – aggiungono dall’organizzazione sindacale – anche quello dell’andata non ha risposto alle effettive necessità. I circa 230 pulmini per il trasporto collettivo e 30 per il trasporto individuale della Tundo hanno seguito infatti le tabelle basate sulle tipologie orarie dello scorso anno, che chiaramente non corrispondono alle mutate necessità della situazione attuale».
«Chiediamo quindi al Comune di Roma – conclude la nota – di imporre alla Tundo il pagamento degli stipendi ai lavoratori che non lo hanno ricevuto, nel rispetto delle clausole contrattuali, anche per prevenire l’acuirsi del conflitto e scongiurare possibili e realistiche interruzioni del servizio, con inevitabili ricadute su un’utenza già provata. Chiediamo contestualmente al Comune, a nome delle famiglie e dei beneficiari del trasporto disabili, di risolvere le problematiche organizzative, tenendo conto dell’urgenza e delle difficoltà che si ripresentano costantemente, tanto da inficiare l’accesso al diritto allo studio per gli studenti con disabilità».

Sempre sulla situazione a Roma riguardante il trasporto delle persone con disabilità, un’ulteriore denuncia proviene da Guido Trinchieri, presidente dell’UFHA (Unione Famiglie Handicappate) e in questo caso non riguarda la scuola. «Un’altra situazione non meno delicata – sottolinea infatti Trinchieri – è di competenza delle ASL, ovvero il trasporto degli utenti dei Centri “ex art. 26”*, appaltato sempre alla Società Tundo. Come è noto, si tratta di un servizio destinato a persone adulte con disabilità complesse, che da sette mesi sono state lasciate a carico esclusivo di genitori spesso anziani, privati della fisioterapia e di ogni occasione di socializzazione».
«Appaltare un servizio – osserva il Presidente dell’UFHA – significa affidarlo a un’impresa in grado di effettuarlo, perché, dunque, viene affidato a chi da venti giorni risponde che si sta organizzando?». (S.B.)

*I centri di riabilitazione definiti “ex art. 26” nascono con la Legge 833/78, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, nella quale vengono definiti i diritti all’assistenza sanitaria e i criteri con i quali deve essere assicurata ai cittadini la prestazione dei servizi di riabilitazione.

Ringraziamo Sandro Paramatti per la collaborazione.

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