Il rialzo dei contagi da Covid-19 pone all’attenzione la necessità di intensificare il numero di tamponi, anche per le persone con disabilità, ma chi non si trova ad affrontare una disabilità complessa difficilmente riesce a immaginare le difficoltà che comporterebbe effettuare un tampone o anche i nuovi test rapidi salivari.
La Regione Lazio ha disposto l’apertura di un drive-in dedicato presso l’Istituto Santa Lucia di Roma. Riteniamo però che la soluzione sia lontana dalle possibilità di molte persone con disabilità, soprattutto da quelle con una disabilità psichica o neuroatipiche come le persone con autismo.
Come appare evidente, infatti, è praticamente impossibile pensare di sottoporre le persone con disabilità psichiche a un tampone di tipo classico, essendo una procedura abbastanza invasiva e impossibile da realizzare senza traumi e in condizioni di tranquillità del soggetto. Si rende perciò necessario non solo l’uso di tamponi rapidi e poco invasivi, ma anche di condizioni ottimali per poterli fare.
Sicuramente non è possibile farlo in un drive-in, magari con una lunga attesa in auto e in un ambiente precario e poco rassicurante per la persona con disabilità, ciò che provocherebbe reazioni incontrollabili e renderebbe impossibile l’esame.
Proponiamo quindi di vagliare due possibilità alternative:
– affidare la procedura ai reparti di Odontoiatria specializzati per persone non collaboranti che operano sia presso l’Istituto Eastman che presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma;
– l’esecuzione dei tamponi a domicilio con la collaborazione e supervisione dei familiari, in un ambiente rassicurante e psicologicamente più adatto.
In una situazione ancora molto a rischio e piena di incognite, riteniamo fondamentale il rispetto e la messa in atto delle procedure più adatte per persone con disabilità psichiche di tutte le età.
A questo proposito attendiamo ancora risposte circa protocolli relativi al ricovero di persone con disabilità psichica e/o familiare convivente e a percorsi ospedalieri dedicati, sempre tenendo presente la necessità di tutelare sotto ogni aspetto i soggetti con disabilità che necessitano dell’impiego di personale specializzato, informato e all’altezza del compito.
Il presente testo è sottoscritto da Umberto Emberti Gialloreti, presidente della Consulta Cittadina Permanente di Roma sui problemi delle persone handicappate, dalla Community Sorelle di Cuore, dalle Associazioni Oltre lo Sguardo, Hermes e Nuove Frontiere di Roma e I Guerrieri SPQR di Castelnuovo di Porto (Roma).
Articoli Correlati
- Lombardia: il tampone salivare alle persone con disabilità “non collaboranti” Dopo una comunicazione diffusa nei giorni scorsi dalla Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia, sarà certamente più facile evitare “odissee” alle persone con disabilità cosiddette “non collaboranti”, come quella denunciata…
- Una buona cooperazione allo sviluppo fa bene a tutte le persone con disabilità «Se con i progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo - scrive Giampiero Griffo, concludendo la sua ampia analisi sulle azioni in questo settore - verrà rafforzata la voce delle persone…
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: opinioni a confronto Riceviamo un testo dal sito «Progetto Autismo», a firma di Monica Boccardi e Paolo Cilia, che si riferisce, con toni critici, a un contributo da noi pubblicato, contenente due opinioni…