Roma “città dell’attesa eterna”?

di Maddalena Botta
«Roma è una città stupenda - scrive Maddalena Botta -, davvero eterna, ma ancora decisamente perfettibile, per quel che riguarda la fruibilità da parte delle persone con disabilità motoria»: il racconto di una breve vacanza a Roma in sedia a rotelle, fatto di bei momenti passati nei musei, ma anche di grandi disagi vissuti a causa dei trasporti, cercando ad esempio un taxi attrezzato in ora serale. «Spero dunque - conclude Botta - che la Capitale garantisca una flotta di mezzi attrezzati anche alla sera, prenotabili al momento, per non diventare la “città dell’attesa eterna”…»
Taxi romano attrezzato al trasporto di persone con disabilità motoria
Un taxi romano attrezzato al trasporto di persone con disabilità motoria

Sono una persona in sedia a rotelle (mi muovo con una sedia a motore) e recentemente mi sono recata a Roma per una breve vacanza, accompagnata dal mio ragazzo, che per l’occasione mi ha fatto anche da assistente, dal momento che non sono autosufficiente.
Se dovessi riassumere l’esperienza in una sola espressione, direi che Roma è una città stupenda, davvero eterna, ma ancora decisamente perfettibile, almeno per quel che riguarda la fruibilità da parte delle persone con disabilità motoria.

Partiamo dagli aspetti positivi. In sei giorni di turismo abbiamo visitato molti monumenti e musei sempre a titolo gratuito. Io infatti non pago in quanto disabile, e il mio ragazzo in quanto accompagnatore. Abbiamo speso una cifra simbolica solo al Colosseo (4 euro), per i diritti di prevendita. Con così poco, pagando online, abbiamo potuto godere di una visita guidata con la consulenza di un’archeologa.
È stato veramente bellissimo e istruttivo, e devo dire che l’anfiteatro è decisamente accessibile. Il piano terra è tutto agibile, e al primo piano si accede con un ascensore ampio. Ci sono persino i bagni! Un po’ piccoli per la mia sedia molto ingombrante, ma ce la siamo cavata.
Stessa gratuità anche alla GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea), ai Musei Vaticani (qui addirittura i due ingressi gratuiti includono un’audioguida), al MAXXI (Museo del XXI secolo), al Museo dei Mercati di Traiano, ai Musei Capitolini. E credo proprio che la gratuità “disabile + accompagnatore” valga per tutti i Musei Civici.

Un po’ meno positiva, invece, è stata l’esperienza relativa ai ristoranti e, soprattutto, ai trasporti.
Quanto al primo aspetto, siamo stati fortunati perché durante il nostro soggiorno a Roma il tempo era ancora piuttosto bello. Pertanto ci siamo potuti accomodare nei plateatici dei ristoranti, generalmente a livello della strada. Se ci fosse stata la pioggia, avremmo avuto molte più difficoltà. Solo una piccolissima percentuale di ristoranti e pizzerie, infatti, è accessibile in sedia a rotelle. Uno o più gradini impediscono l’accesso. E di rampe mobili nemmeno l’ombra, quando basterebbe tanto poco…

Venendo ai trasporti, qui Roma si scopre proprio debole, e molto lontana dall’essere una capitale europea accessibile a tutti. Alloggiavamo infatti in un hotel piuttosto centrale e quindi molti percorsi li abbiamo potuti fare a piedi. Per gli spostamenti maggiori, però, avevamo in mente di spostarci con i taxi. Della metropolitana non mi fido, essendo rimasta bloccata “sotto terra” anni fa, a causa di ascensori non funzionanti. Il tram abbiam provato a prenderlo, senza successo. C’è un dislivello tra la strada e il mezzo e senza una rampa, con la mia carrozzina non è fattibile. Gli autobus li ho scartati a priori. Un po’ perché degli amici romani me ne avevano sconsigliato l’utilizzo (in quanto sempre in ritardo, poco affidabili), un po’ perché la stragrande maggioranza delle fermate non è a norma: non c’è il marciapiede e quindi anche se c’è la pedana (che di solito, a dire il vero, c’è) la pendenza risulta essere eccessiva e pericolosa. Insomma, per farla breve ci siamo mossi in taxi. Ed ecco quali problemi abbiamo riscontrato.
Se ti serve un taxi attrezzato con rampa, bisogna tassativamente prenotarlo entro le 18.30 del giorno prima. Se questo non viene fatto, il giorno stesso non è più possibile fare alcuna prenotazione (la mattina per la sera, ad esempio), ma si può solo chiamare il taxi all’ultimo minuto, quando serve, e sperare che la cooperativa te ne mandi uno. Di giorno si riesce di solito ad ottenerlo, la sera proprio no, scordatevelo!

Il 23 settembre, ad esempio, avevamo una cena con amici a Testaccio. Sapendo ormai delle regole sulla prenotazione, il giorno prima avevo prenotato per l’andata, dall’hotel al ristorante. Non potendo preventivare a che ora avremmo finito la cena, non avevo prenotato il rientro.
Ebbene, dalle 23 a mezzanotte passata in tre diverse persone ci siamo dovuti attaccare al telefono per ottenere un taxi. Dal 3570, la Cooperativa che credo abbia un appalto con il Comune di Roma, mi hanno detto che nessuno dei loro mezzi poteva uscire, non avendo effettuato la prenotazione. E questo nonostante di mezzi attrezzati ne abbiano cinquanta in tutta Roma… Nemmeno l’Assotaxi, cooperativa privata, poteva mandare nessuno.
E ancora, un’Associazione privata di cui non ricordo il nome mi ha chiesto 100 euro per andare da Testaccio a Via Nazionale. Con un taxi di linea ne avrei spesi meno della metà, e perciò non abbiamo accettato. Altra compagnia, sempre privata, 72 euro. Abbiamo declinato.
Abbiamo chiamato così il Comune di Roma e ci è stato detto che avrebbero potuto mandarmi un taxi solo se io fossi stata residente a Roma, registrata con un’utenza online. Nel mio caso, essendo una turista, non potevano fare nulla. Ci hanno consigliato, però, di chiamare i Vigili del Fuoco, ma questi, come “alla Fiera dell’Est”, impotenti, ci hanno detto di chiamare le Forze dell’Ordine, le quali ci hanno propria volta suggerito la Croce Rossa e questa la Croce Bianca!
Nessuno, dopo quasi un’ora e mezza al telefono è stato in grado di mandarci un taxi con rampa a un prezzo ragionevole. Ed eravamo a Roma Capitale…
Ora, noi dovevamo solamente rientrare in albergo. Perciò, gambe in spalla, il mio ragazzo ha camminato per ben 45 minuti, senza contare che abbiamo attraversato zone poco illuminate e forse poco sicure… Ma pazienza, eravamo in vacanza.
E se avessi avuto un’emergenza? Non mi sembra proprio normale che nemmeno la Croce Rossa, ad esempio, abbia dei mezzi adatti a trasportare carrozzine. OK, ti mettono sulla loro barella, ma non è la stessa cosa.

Ecco, questo è quanto. Sarò sembrata un po’ eccessiva, ad avere scomodato addirittura Vigli del Fuoco e Forze dell’Ordine, ma è stato un po’ un test, per vedere quali risorse ci siano quando con le cooperative classiche un taxi non si trova proprio.
Risultato del test: se non hai prenotato il giorno prima vai a piedi (o in carrozzina) e questo secondo me non è accettabile. Non è giusto che solo perché sono disabile non possa decidere della mia vita all’ultimo minuto, come fanno tutti; o non possa avere imprevisti; o ancora non possa avere una vita sociale serale-notturna a meno di non avere pianificato ogni spostamento e orario il giorno prima. Trovo questa situazione decisamente discriminatoria.
Il mio suggerimento e auspicio è dunque che la Capitale si adegui, garantendo una flotta di mezzi attrezzati anche alla sera, prenotabili al momento. Altrimenti si rischia che Roma abbia la nomea di “città dell’attesa eterna”…

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