Non più assistenza, protezione e custodia, ma casa, lavoro e vita sociale

Ovvero il diritto di scegliere dove vivere, con chi vivere e a partecipare alla vita sociale della comunità con la stessa libertà di scelta di tutti i cittadini: è questa la filosofia del Progetto di Legge Regionale denominato “Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità”, che la Federazione lombarda LEDHA presenterà al Consiglio Regionale della Lombardia il 23 novembre in diretta streaming

Disegno di omino in carrozzina che spezza le catene«Oggi, in Lombardia, la vita di molte persone adulte con disabilità si può riassumere con tre parole: assistenza, protezione e custodia. Noi vogliamo che in un prossimo futuro queste tre parole diventino casa, lavoro e vita sociale»: così Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), sintetizza il progetto di legge regionale Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità, che la Federazione presenterà il 23 novembre al Consiglio Regionale della Lombardia, in diretta streaming (a questo link), come abbiamo già ampiamente riferito in altra parte del giornale.

Questo progetto di legge, in sostanza, ha come obiettivo quello di mettere al centro dell’azione della Regione Lombardia il diritto fondamentale alla vita indipendente per le persone con disabilità, come sancito dall’articolo 19 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [Vita indipendente ed inclusione nella società, N.d.R.]. «E non esistono persone – sottolinea Manfredi – la cui condizione di disabilità sia “troppo grave” da essere escluse dal diritto di vivere una vita indipendente. A tutte le persone con disabilità, infatti, anche a quelle che vengono definite “gravi” o “gravissime”, deve essere riconosciuto il diritto di scegliere dove vivere, con chi vivere e a partecipare alla vita sociale delle nostre comunità con la stessa libertà di scelta di tutti i cittadini».

Come spiegano dalla LEDHA, «il cardine della proposta di legge è il Progetto Individuale di vita indipendente, che viene redatto “sulla base delle preferenze e degli obiettivi della persona con disabilità, delle sue condizioni di vita e dei suoi bisogni”. La proposta sottolinea altresì, come “eventuali limitazioni nella possibilità di autodeterminazione non possano giustificare interventi di sostituzione delle decisioni della persona con disabilità”. Il Progetto individuale, infatti, assicura il diritto della persona ad abitare, lavorare, coltivare i propri interessi e vivere le relazioni sociali senza limitazioni».

Il Progetto Individuale di vita indipendente dovrà essere poi integrato dal Budget di progetto, definendo «le risorse economiche, professionali e umane necessarie per garantire quanto previsto dal Progetto stesso, alla cui formazione concorrono tutte le risorse disponibili di carattere pubblico, privato e istituzionale».
Inoltre, in caso di uscita della persona con disabilità dai servizi residenziali, «le risorse già impegnate dalla Regione e dagli Enti Locali a sostegno della retta per le prestazioni di residenza socio-sanitaria o socio-assistenziale rientrano a pieno titolo tra le risorse da destinare alla realizzazione del Progetto».

E da ultimo, ma non ultimo, ulteriore scopo del progetto di legge è l’istituzione delle Agenzie per la vita indipendente, il cui compito dovrà essere quello di «assistere le persone con disabilità nella definizione del Progetto Individuale di vita indipendente e del relativo Budget di salute. Esse si occuperanno inoltre di fornire sostegno all’espressione dei desideri, delle preferenze e degli obiettivi della persona con disabilità. Per questo motivo, tutti gli operatori e i professionisti coinvolti (assistenti sociali, consulenti alla pari, educatori professionali) devono acquisire specifiche competenze per sostenere la libera espressione della volontà delle persone con disabilità anche in presenza di forte necessità di sostegno».

«Questo testo – conclude il Presidente della LEDHA – è il frutto di un intenso lavoro di confronto all’interno della nostra rete associativa  e per questo intendo ringraziare tutti i rappresentanti delle Associazioni di persone con disabilità attive in Lombardia che hanno partecipato alla stesura del progetto di legge, e in particolare i membri del nostro Consiglio Direttivo». (S.B.)

A questo link è disponibile il testo integrale del progetto di legge regionale che la LEDHA presenterà il 23 novembre. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.

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