Vaccini: servono chiarezza e un trattamento uniforme nelle varie Regioni

di Luca Genovese*
«Come gli altri pazienti con disabilità gravi e i loro caregiver - scrive Luca Genovese, presidente dell’Associazione Parent Project – seguiamo con attenzione gli ultimi sviluppi riguardo al piano vaccinale e a tal proposito segnaliamo una problematica riportata da molte famiglie, ovvero la sostanziale assenza di una procedura codificata, univoca in tutte le Regioni, per l’accesso ai vaccini da parte sia dei pazienti stessi (se maggiori di 16 anni), sia dei loro caregiver, sia dei genitori di bambini (non vaccinabili perché di età inferiore ai 16 anni) in situazione di estrema vulnerabilità»

Vaccinazione a persona con disabilitàCome gli altri pazienti con disabilità gravi – e i loro caregiver – anche i membri della nostra comunità stanno seguendo con estrema attenzione gli ultimi sviluppi riguardo al piano vaccinale.
Desideriamo dunque portare all’attenzione una problematica riportata da molte nostre famiglie residenti in Regioni diverse: è stata cioè rilevata la sostanziale assenza di una procedura codificata, univoca in tutte le Regioni, per l’accesso ai vaccini da parte sia dei pazienti stessi (quando maggiori di 16 anni), sia dei loro caregiver, sia dei genitori di bambini (non vaccinabili perché di età inferiore ai 16 anni) in situazione di estrema vulnerabilità.
Tutte e tre queste categorie di persone sono inserite nelle Tabelle 1 e 2 delle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19, per le quali è indicata la categoria 1 (Elevata fragilità) nella scala delle priorità vaccinali.

Dalle segnalazioni che riceviamo emerge un quadro nel quale in nessuna Regione tutte e tre queste categorie di cittadini hanno accesso ad informazioni chiare e ad un percorso univoco per l’accesso ai vaccini. In alcune Regioni, infatti, si sono attivati percorsi efficienti per una di queste categorie (ad esempio i pazienti fragili stessi), ma si manifestano carenze informative e/o organizzative rispetto alle altre. In molte Regioni, inoltre, il processo viene ulteriormente frammentato, dato che l’organizzazione delle vaccinazioni viene delegata alle Aziende Sanitarie Locali: di conseguenza, pazienti e/o caregiver ricevono un trattamento diverso da un Distretto Sanitario all’altro. Infine, nel caso dei genitori di bambini fragili, ci risulta che, nonostante le disposizioni nazionali abbiano indicato la strada del vaccino per genitori e caregiver dei pazienti fragili sotto i 16 anni, come misura urgente al pari della vaccinazione per i pazienti sopra i 16 anni, in alcune Regioni non si stia ancora procedendo in maniera paritaria e contemporanea tra le tre categorie.

Come Associazione [Parent Project, N.d.R.], esprimiamo una forte preoccupazione per questa situazione di incertezza, che comporta un grave ritardo nelle vaccinazioni e auspichiamo una rapida risoluzione di questi nodi problematici, al fine di garantire la necessaria tutela sia ai pazienti fragili, sia alle famiglie nelle quali sia presente un paziente fragile, di età superiore o inferiore ai 16 anni.

Presidente dell’Associazione Parent Project. Il presente testo corrisponde a quello di una lettera aperta inviata al Ministro della Salute, alla Conferenza Stato-Regioni, ai Presidenti di Regione e agli Assessori Regionali alla Salute.

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