Dodici persone, tra ipovedenti e non vedenti, affiancati dai tecnici formatori di Studio In, hanno potuto per due settimane conoscere le tecniche di base nell’utilizzo del bastone bianco per le vie di Cagliari, migliorando le proprie prestazioni di autonomia e sfruttando al meglio le loro risorse sensoriali: sono i partecipanti al corso di orientamento e mobilità con bastone bianco, conclusosi qualche giorno fa e promosso da RP Sardegna, l’Associazione dei Ciechi, degli Ipovedenti e dei Retinopatici Sardi. L’iniziativa rientrava nell’àmbito del progetto Un occhio all’autonomia, sostenuto dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Sardegna.
«Lo stato di cecità e di ipovisione – sottolineano da RP Sardegna – può pregiudicare in maniera importante le capacità di orientamento spaziale e la mobilità delle persone, perché queste minorazioni compromettono la possibilità di rilevare informazioni dettagliate che consentano la programmazione di sequenze neuromotorie e disposizionali di adattamento, anticipazione e previsione, così come di avvicinamento e/o allontanamento. Conseguentemente, l’insorgere della disabilità visiva comporta restrizioni alla libertà individuale e ha una valenza dal forte impatto psicologico, sociale ed emotivo, sia chi ne è direttamente coinvolto, sia per i suoi familiari. D’altro canto, l’adozione di modelli comportamentali protezionistici incide sulla condizione personale del disabile visivo, portandolo inesorabilmente verso una totale dipendenza e subalternità rispetto agli altri».
È dunque alla luce di tali concetti, «con l’obiettivo di compensare quei modelli educativi, modificando i paradigmi socio-culturali e assottigliando la necessità di delega da parte della persona con disabilità visiva», che RP Sardegna ritiene quanto meno necessari interventi specifici quale quello del corso di Cagliari. E che l’iniziativa abbia “fatto centro” lo dimostra l’entusiasmo espresso dai partecipanti, che hanno voluto evidenziare il grado di autonomia raggiunto in ambienti conosciuti e non. «Un entusiasmo – dichiarano dall’Associazione Sarda – il quale non potrà che incentivare la promozione di altri progetti da parte nostra». (S.B.)
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