Quella Sentenza disorienta, ma si proceda sempre sulla strada dell’inclusione

«Proseguiremo con forza nel nostro lavoro per l’inclusione scolastica di tutti gli alunni e le alunne con disabilità. Proprio per evitare di arrivare a quella Sentenza, avevamo avviato infatti un confronto per far sì che il Ministero modificasse gli aspetti critici dei nuovi modelli di PEI (Piani Educativi Individualizzati). Ci auguriamo ora che dal Ministero arrivi in fretta il nuovo Regolamento che serve»: lo dicono dalla Federazione FISH, commentando la Sentenza del TAR del Lazio che ha annullato l’intero Decreto Interministeriale con cui era stato fissato il nuovo modello nazionale di PEI

Particolare di ragazzo con mano sulla bocca e atteggiamento di ansiaIl 14 settembre il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha prodotto la Sentenza n. 9795, con la quale ha sostanzialmente annullato l’intero Decreto Interministeriale 182/20, che aveva fissato il nuovo modello nazionale di PEI (Piano Educativo Individualizzato) e le correlate Linee Guida. A questo punto, quindi, come si legge in una nota diffusa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), «molte famiglie e tutti coloro che operano per l’inclusione scolastica si interrogano oggi su quali siano le ricadute che tale Sentenza potrà comportare per l’anno scolastico appena incominciato». I PEI, infatti, devono essere elaborati e redatti entro il 31 ottobre e verificati alla fine dell’anno scolastico, ossia alla fine di giugno, dovendo allo stesso tempo essere soggetti a verifiche periodiche nel corso dell’anno. «Tali scadenze – puntualizza Vincenzo Falabella, presidente della FISH -. sono previste dal Decreto Legislativo 66/17, non dal Decreto Interministeriale 182/20 annullato ora dal TAR Lazio. Si tratta quindi di scadenze che restano pienamente in vigore anche dopo quella Sentenza, così come rimangono in vigore le norme sul GLO (Gruppo di Lavoro Operativo sull’Inclusione), in particolare le modifiche all’articolo 15 della Legge 104/92, fissate dal Decreto Legislativo 96/19, successivo al precedente 66/17, mantenendo invariato il fatto che del GLO stesso fanno parte tutti i docenti, e non solo l’insegnante di sostegno, così come i genitori e lo studente per le scuole superiori, oltre a quelle figure professionali specifiche interne ed esterne all’istituzione scolastica, che interagiscono con la classe e con l’alunno con disabilità, potendo portare elementi informativi utili per la costruzione condivisa e ampia del PEI».

«Logicamente – prosegue Falabella – la Sentenza del TAR del Lazio ha provocato grave disorientamento nel mondo della scuola, poiché l’impegno profuso dal Ministero per la formulazione dei nuovi PEI da adottare da quest’anno erra stato notevole, con webinar e numerose FAQ (domande/risposte frequenti) di chiarimenti forniti agli istituti scolastici, in parallelo ad un’ampia consultazione tra le associazioni e le scuole circa le modalità di inclusione degli alunni con disabilità. Nello specifico del nostro impegno, quasi tutte le modifiche che anche nmoi, come FISH, avevamo chiesto al Decreto Interministeriale 182/20 e che oggi sono state recepite dal TAR, pur in modo disorientante, erano state ottenute già con un lungo dialogo tra le Associazioni aderenti alla nostra Federazione e il Ministero dell’Istruzione, che tuttavia non è stato pronto a trasformarle in atti normativi. Siamo in ogni caso fiduciosi, l’annullamento dei nuovi PEI, che avrebbero dovuto essere inaugurati in quest’anno scolastico, non determina automaticamente che non si possa comunque procedere alla redazione di un piano personalizzato per ciascun alunno e alunna con disabilità, anche senza le nuove indicazioni modellate da parte del decreto, così come avviene del resto da decenni».

Entra quindi nelle pieghe della Sentenza del TAR il Presidente della FISH, sottolineando che «esso ha posto l’accento sul fatto che il Decreto Interministertiale abbia agito “in eccesso di delega”, ad esempio intervenendo su come determinare la quantità dei sostegni, rispetto alle modalità di redazione del PEI e di coordinamento degli interventi che il Decreto Legislativo 66/17 richiedeva. A tal proposito, la nostra sensazione è che l’organo ministeriale interverrà emanando un Regolamento, ristabilendo pertanto serenità nelle scuole e sicurezza per migliorare la qualità inclusiva. Quel che è certo è che questa Sentenza non interferirà affatto con i corsi di aggiornamento obbligatorio di 25 ore che dovranno svolgersi proprio per favorire la presa in carico del progetto inclusivo da parte di tutti i docenti curriculari».
«Il nostro auspicio – conclude Falabella -, è che si metta dunque fine una volta per tutte ai provvedimenti di tipo emergenziale, perché il nodo fondamentale, a monte, resta sempre per noi la mancata formazione sulla didattica inclusiva da parte di tutti i docenti».

Proprio sul tema generale dell’inclusione scolastica torna quindi a battere oggi la FISH, anche dopo la Sentenza del TAR del Lazio. «Sono temi – si legge nella nota diffusa dalla Federazione – su cui ci battiamo ormai da molti anni, vale a dire l’immediata istituzione di una classe di concorso per il sostegno, una per ogni ordine e grado di istruzione, perché è sempre più concreto il rischio che circa un terzo degli alunni con disabilità cominci il nuovo anno scolastico non avendo docenti specializzati, circostanza resa ancora più grave dal fatto che la normativa attuale consente agli insegnanti di ruolo di sostegno di passare su cattedra comune dopo soli cinque anni di permanenza su cattedra di sostegno. Continueremo infatti a batterci con forza sul fattoi che per oltre un terzo dei quasi 300.000 studenti con disabilità italiani i docenti per il sostegno siano dei fatto dei semplici “badanti”!».

«Pertanto – concludono dalla FISH – proseguiremo con forza nel nostro lavoro per l’inclusione scolastica di tutti gli alunni e le alunne con disabilità. Infatti, tornando alla Sentenza del TAR del Lazio, proprio per evitare di arrivare a ciò, avevamo avviato da tempo un confronto collaborativo per fare in modo che il Ministero modificasse tutti gli aspetti critici che avrebbero potuto restringere i diritti degli alunni e alunne con disabilità e delle loro famiglie. Dunque, l’obiettivo era proprio quello di evitare che si determinasse un arresto come quello oggi imposto dal TAR, rispetto agli elementi innovativi del Decreto che, invece, ritenevamo molto importanti». (S.B.)

Sulla Sentenza prodotta il 14 settembre dal TAR del Lazio, suggeriamo anche la consultazione dell’approfondimento prodotto dal Centro Studi Giuridici HandyLex (a questo link). Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).

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