Era il 2014 quando prese le mosse il progetto La mia storia ti appartiene, che il nostro giornale seguì passo dopo passo, nato in occasione di un’iniziativa organizzata il 5 maggio di quell’anno a Roma, intitolata La vita indipendente delle persone con disabilità: le richieste all’Europa, promossa dall’AVI capitolina (Agenzia per la Vita Indipendente), dalla FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dall’ECAD (Ebraismo Culture Arti Drammatiche), per la Giornata Europea della Vita Indipendente.
All’interno di quella manifestazione, proprio per rappresentare la realtà delle persone con disabilità, fra un intervento e l’altro dell’incontro, gli attori Olimpia Ferrara e Massimiliano Cutrera lessero una serie di testimonianze di vita, riguardanti persone che ogni giorno dovevano affrontare ostacoli e barriere, ciò che ne impediva – e purtroppo tuttora ne impedisce – la reale inclusione nella società e le pari opportunità.
Quelle storie di vita lasciarono il segno, toccando tutti i partecipanti nel profondo, nei sentimenti, nella solidarietà e nell’indignazione. L’AVI di Roma e l’ECAD decisero quindi di raccogliere le varie testimonianze in un libro curato da Silvia Cutrera dell’AVI di Roma, insieme a Vittorio Pavoncello dell’ECAD, e dato alle stampe per i tipi di Edizioni Progetto Cultura (La mia storia ti appartiene. 50 persone con disabilità si raccontano), con l’aggiunta in esso di molte altre storie, anche grazie all’invito a scriverne pubblicato sulle nostre stesse pagine.
Felice ricaduta di quello stesso progetto fu poi, nel 2015, la mostra corale La mia immagine ti appartiene, inaugurata l’11 giugno di quell’anno a Roma, che fornì preziosi spunti di «meditazione sulla disabilità», come scrisse Vittorio Pavoncello, ideatore dell’esposizione, «attraverso le opere di ben trentaquattro artisti, che raccontano la vita delle persone con disabilità, mettendone in risalto alcuni tra gli aspetti più nascosti».
La forza e l’importanza di quel progetto, tutt’altro che “passato”, è ancora ben viva e attuale, se è vero che in occasione della Notte Europea dei Ricercatori di domani, 24 settembre, la Fondazione EBRI (European Brain Research Institute) Rita Levi-Montalcini ha voluto pubblicare una nuova edizione speciale del libro e presso il Chiostro del Commendatore del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Saxia a Roma, dove proprio nel pomeriggio di domani, 24 settembre, promuoverà, in collaborazione con l’ASL Roma 1, l’evento denominato Le dis-abilità tra neuroscienze e arte, darà spazio alla mostra La mia immagine ti appartiene.
Saranno gli stessi Vittorio Pavoncello, che è regista, artista e scrittore, e Silvia Cutrera, che oggi è vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a presentare la mostra insieme a Patrizia Ricca della Biblioteca Lancisiana dell’ASL Roma 1, mentre per il libro daranno vita a un reading con gli attori Stefania Graziosi e Andrea Ruggieri e l’arpisdta Sephyra Sing.
Successivamente sia Pavoncello che Cutrera parteciperanno anche alla tavola rotonda sul tema Le dis-abilità tra ricerca e arte, nel corso della quale la Vicepresidente della FISH si soffermerà per lo più sui diritti delle persone con disabilità e sulla partecipazione di esse alla società.
«Questo evento realizzato nell’àmbito della Notte Europea dei Ricercatori – spiega infatti la stessa Cutrera – è un’opportunità preziosa per le persone con disabilità, per incontrare il mondo della ricerca e la cittadinanza in una situazione interessante, dove, attraverso la scienza, la cultura e l’arte, sia possibile accrescere la consapevolezza del valore della ricerca e del contributo che le stesse persone con disabilità possono dare alla comunità».
«Segnatamente –aggiunge – la concreta costruzione di società inclusive implica che le persone escluse siano le protagoniste stesse del processo di inclusione, in quanto esperte rispetto al modo in cui la società deve trattarle. Per questo le persone con disabilità devono essere presenti con le stesse opportunità degli altri membri della società nella decisione di tutte le politiche, le azioni e i programmi che le riguardano. Si tratta di una metodologia e di un’azione necessaria, basata sullo slogan/diritto Niente su di noi senza di noi».
«Per noi – conclude con un’ulteriore annotazione – “curare il futuro del pianeta” significa realizzare condizioni di salute e benessere nutrite dal rispetto dei diritti umani, dal vedere garantito l’accesso a pari opportunità, dal poter circolare liberamente sul territorio, dal poter vivere in modo autonomo e non esseere istituzionalizzate e poter partecipare attivamente alla costruzione di una società migliore, dando un contributo anche alla ricerca e alla conoscenza attraverso le nostre storie di vita».
Rimandando i Lettori al programma completo dell’evento di domani, 24 settembre a Roma (a questo link), segnaliamo anche, tra i partecipanti alla citata tavola rotonda, la presenza di Lucia Palmisano e Paola Zaratin, rispettivamente membro del Consiglio Direttivo Nazionale e direttrice scientifica dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla).
Un doveroso ricordo, in conclusione, va a due persone che contribuirono anch’esse al libro La mia storia ti appartiene, e che oggi prurtoppo non ci sono più, vale a dire Dario Bandinelli e Laura Boerci (di quest’ultima si legga la bella testimonianza di Antonio Giuseppe Malafarina in altra parte del giornale), che Cutrerà non mancherà di menzionerà nel proprio intervento di domani. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione: stampa@ebri.it (Sara Pero).