È scandalosa la vicenda che ha avuto per protagonista un anziano signore bolognese, per ben quindici anni impossibilitato ad uscire di casa poiché nel suo condominio non è stato possibile approvare l’installazione dell’ascensore, a causa dell’opposizione dei condòmini. La figlia di quel signore, non riuscendo a venire a capo della diatriba, sfiancata da tutte le difficoltà imposte dalla burocrazia e dalla società, ha deciso di rendere pubblica la storia, che ha inevitabilmente scioccato la collettività e mobilitato persino il cantante J-AX il quale, in un suo video sulla sua pagina Facebook, ha fatto da amplificatore alla vicenda, offrendosi persino di pagare le spese legali necessarie per ottenere il via libera per l’ascensore.
Grazie a tutto questo, la vicenda ha avuto un finale positivo: finalmente nessuno più osteggia l’installazione dell’ascensore e quel signore potrà uscire di casa autonomamente, senza, ogni volta, chiamare l’ambulanza i cui operatori lo portavano giù e su per le scale, in barella.
Qui riflettiamo sul fatto che se ci si muove in maniera corretta, naturale e osservando le leggi, in ossequio alle circonvoluzioni burocratiche delle prassi, si fa in tempo a morire! Se invece si rende pubblica la cosa, si ottiene subito una risoluzione e persino una persona famosa si fa carico del tuo caso.
Un’altra vicenda scandalosa si è avuta a Roma, in coincidenza delle recenti elezioni amministrative. Ne è stato protagonista un giovane di 24 anni sulla sedia a rotelle, che si è recato al proprio seggio per votare, ciò che però, incredibilmente, gli è stato impedito a causa di un guasto dell’ascensore, rispetto al quale nessuno ha pensato di chiamare l’assistenza. Una domanda: mettere il seggio accessibile al piano terra pareva brutto? O far votare comunque fuori dal seggio, adoperarsi per trovare una soluzione che consentisse di rispettare il diritto del cittadino elettore non è venuto in mente a nessuno? E apriamo anche una parentesi: impedire un diritto come l’espressione del voto non è reato? E impedirlo per inazione?
Comunque non ci sono stati santi: quella persona – che per arrivare sino al seggio aveva anche rischiato di essere investita da auto e motorini perché non si può rotellare sul marciapiede sconnesso, occupato da ogni cosa e disseminato anche di simpatiche deiezioni canine – è dovuto ritornarsene a casa! Qui la madre (immaginiamoci in che stato d’animo) scrive un post su Facebook, che ben presto diventa di dominio pubblico. Addirittura alcune persone si recano al seggio a protestare e – magia – qualcuno chiama l’assistenza tecnica, l’ascensore viene riparato e il giovane può andare a votare.
In questo caso riflettiamo sul fatto che se la mamma non avesse usato un social non si sarebbe mosso nulla e chi s’è visto s’è visto.
L’Italia è piena di condomìni in cui gli inquilini si oppongono all’installazione dell’ascensore; oppure di ascensori guasti, specie nelle case di proprietà pubblica, che non vengono mai riparati; o ancora è pieno di seggi inaccessibili e le persone con disabilità non possono votare. E l’Italia è anche piena di posti vietati alle persone con disabilità, ad iniziare dai negozi, per finire con gli impianti sportivi, passando tra scuole mai a norma e bagni “paranormali”. Sono vere e proprie discriminazioni di cui nessuno ha contezza o vuole avere contezza. Ma per quanto ancora?
E ad integrazione del presente testo, segnaliamo in conclusione un bellissimo articolo (Installazione di ascensore: normativa fallimentare) dell’attivista Marco Campanini, che informa anche quanti siano gli edifici in Italia sprovvisti di ascensore, nonché l’ineccepibile contributo (Elezioni amministrative 2021, persone disabili e anziani esclusi) di Dario Dongo, avvocato, presidente dell’Associazione Égalité, sulle barriere nei seggi elettorali.
genitoritosti@yahoo.it.
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