La cronaca di ieri, 27 ottobre, ci restituisce una brutta pagina per la tutela dei diritti umani delle minoranze discriminate nel nostro Paese. Brucia infatti la bocciatura, avvenuta in Senato, del cosiddetto “Disegno di Legge Zan”, ovvero il Disegno di Legge S. 2005, avente ad oggetto Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.
Brucia anche l’esultanza dei fondamentalisti cattolici e dei partiti di destra che ora potranno continuare a incitare alla violenza o a usarla direttamente, senza che ciò costituisca un’aggravante: il Disegno di Legge di cui si parla, infatti, serviva proprio a sanzionare in modo specifico questi comportamenti nei confronti delle donne, delle persone LGBTQUI+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, Queer, Intersessuali e Asessuali), e delle persone con disabilità.
Il Centro Informare un’h, di cui chi scrive è responsabile, ha sposato questa causa utilizzando tutti gli strumenti a propria disposizione per promuovere una cultura del rispetto dei diritti umani di chiunque e, a maggior ragione, delle minoranze marginalizzate. A tale scopo abbiamo creato una sezione dedicata al Contrasto all’abilismo e all’omolesbobitransfobia, e continueremo ad aggiornarla, a fare informazione, a ospitare riflessioni, a segnalare iniziative.
Ringraziamo Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), per i suoi pensieri riguardo ai fatti di ieri: «Siamo molto delusi – ha dichiarato infatti – che la politica non abbia voluto fare questo passo. Il Disegno di Legge Zan è uno strumento per tutelare tutte le fragilità, e questo blocco parla dell’educazione e della civiltà che sono alla base della vita di un Paese. Serve una presa di posizione forte. Ancora una volta le persone con disabilità vengono fatte passare come vittime. L’uguaglianza è un diritto di tutti!».
Da parte nostra continueremo sempre a denunciare e a combattere la violenza e tutte le forme di oppressione dovunque la individueremo, perché si possono avere dubbi su tante cose, ma non sul fatto che un mondo libero dalla violenza sia un mondo migliore per tutti e tutte.