È stato presentato in concorso nello scorso mese di novembre, alla più antica rassegna di documentari europea, il Festival dei Popoli (Spazio Cinema Alfieri di Firenze, ore 19.30), il film Quando tu sei vicino a me di Laura Viezzoli, prodotto da Ladoc con RAI Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura (Direzione Generale Cinema e Audiovisivo).
Ma perché ci occupiamo oggi di tale opera sulle nostre pagine? Lo si può capire sin dal titolo del film: «Quando tu sei vicino a me», infatti, è il verso di una celebre canzone di Gino Paoli e a cantarla, spesso a squarciagola, è Milena, una delle ospiti della Lega del Filo d’Oro, l’organizzazione nata a Osimo (Ancona), che sin dagli Anni Sessanta è il punto di riferimento in Italia per le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. E con Quando tu sei vicino a me, dunque, recentemente premiato alla sua anteprima mondiale al Ji.hlava International Documentary Film Festival nella Repubblica Ceca, «Viezzoli – come è stato scritto – si inoltra fra le colline marchigiane per trovare una comunità dove il linguaggio verbale è solo uno dei tanti modi per esprimersi. Durante l’arco di quattro stagioni, infatti, sette ospiti del Centro della Lega del Filo d’Oro accompagnano la regista alla scoperta del loro mondo, un microcosmo con una straordinaria concentrazione di linguaggi diversi in cui si usa prevalentemente il tatto e, alla distanza di una mano, ci si scambia informazioni, si bisticcia, si impara e si scherza. E dove regna, a dispetto dei limiti fisici, un’intensa vita affettiva e comunicativa».
Con questo ultimo film, del resto, Viezzoli prosegue un percorso già avviato con La Natura delle Cose, pluripremiato documentario presentato nel 2016 al Festival di Locarno, in cui, nel dialogo fra la regista e il protagonista Angelo, teologo malato di SLA (sclerosi laterale amiotrofica), emerge come all’impedimento del corpo corrisponda una vivacissima mobilità e ricchezza interiore.
«È impossibile non comunicare – sottolinea la regista -: in qualsiasi tipo di interazione tra persone, infatti, anche il semplice guardarsi negli occhi significa che si sta sempre comunicando qualche cosa all’altro, come ha affermato il filosofo e psicologo Paul Watzlawick, ed è da qui che parte la mia riflessione. Se non poter vedere, parlare e sentire sono le premesse per un isolamento assoluto, cosa succede a chi non ha questi strumenti? Cosa significa per loro che io giri un film?».
«Viezzoli – si legge ancora nella presentazione di Quando tu sei vicino a me – lascia aperti gli interrogativi, ma ci riporta all’essenza del concetto espresso da Watzlawick: la comunicazione esiste se c’è presenza e interazione con l’Altro. Il metodo Malossi, la LIS tattile, il Pittografico, l’oggettuale, il Tadoma e altri linguaggi individuali creati ad hoc al Centro di Osimo, così come la macchina da presa della regista, diventano allora ponti fra le persone, passaggi attraverso cui costruire relazioni ed esplorare il mondo».
Il film, va ricordato in conclusione, trae ispirazione dal documentario breve Il sorriso ai piedi della scala dedicato sempre da Viezzoli alla Lega del Filo d’Oro, realizzato con il sostegno della Regione Marche e di Marche Film Commission. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione: Giulia Ghigi (UffIcio Stampa Ladoc), ghigigiulia@gmail.com.