Ai docenti universitari, per mettersi nei panni degli studenti con DSA

«Non è facile immedesimarsi in un dislessico, ma ti puoi immedesimare nelle sue difficoltà»: a dirlo è Giulio, giovane adulto con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento), nel docufilm “Nei miei panni”, che racconta alcune prove in cui l’AID (Associazione Italiana Dislessia) ha coinvolto altrettanti docenti universitari, per far sperimentare loro gli ostacoli che possono incontrare gli studenti con DSA. Il video rientra tra i materiali formativi di “DSA e Università”, corso di formazione online gratuito, promosso dalla stessa AID e riservato appunto ai docenti degli Atenei

Corso dell'AID sui DSA rivolto ai docenti universitari«Non è facile immedesimarsi in un dislessico, ma ti puoi immedesimare nelle sue difficoltà»: a dirlo è Giulio, giovane adulto con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento), nel docufilm Nei miei panni, che racconta una serie di prove in cui l’AID (Associazione Italiana Dislessia) ha coinvolto un gruppo di docenti universitari allo scopo di far sperimentare loro gli ostacoli che possono incontrare gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento.
Il video, che vede la partecipazione anche di Giacomo Stella, psicologo fra i più autorevoli esperti di DSA, rientra tra i materiali formativi di DSA e Università, primo corso di formazione online gratuito in Italia, promosso dalla stessa AID e riservato appunto ai docenti degli Atenei.

L’iniziativa, che fa parte del progetto DSA: lavoro, orientamento, tutela e ricerca, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si propone di illustrare i DSA e le difficoltà connesse allo studio all’interno di un percorso accademico, mostrando le peculiarità del funzionamento cognitivo dello studente universitario che presenta difficoltà in lettura, scrittura e calcolo e presentando i servizi attuati dagli Atenei per favorire l’inclusione di questi studenti, attraverso i vari organi preposti.
«L’obiettivo della formazione – spiegano dall’AID – è spostare il focus attentivo del docente sulle implicazioni emotive e motivazionali determinate dai disturbi specifici dell’apprendimento e fargli capire l’importanza degli strumenti compensativi e delle strategie di studio adeguate».

Composto da cinque videolezioni di circa un quarto d’ora ciascuna, curate da Barbara Sini, ricercatrice e psicoterapeuta, formatrice dell’AID, il corso si avvale anche di dieci videopillole e del già citato docufilm Nei miei panni.
La formazione si svolge in modalità asincrona, ovvero ogni docente ha la possibilità di seguire i contenuti su piattaforma e-learning, collegandosi negli orari più graditi. (S.B.)

Per un approfondimento sul percorso formativo dell’AID, accedere a questo link. Per parteciparvi (gratuitamente) è necessario registrarsi nella piattaforma AID, tramite questo link (inserendo la categoria “docente universitario”). Il corso sarà accessibile in piattaforma fino al 31 dicembre prossimo. A questo link, infine, è disponibile il trailer del docufilm Nei miei panni.
Per ogni ulteriore informazione: Gabriele Brinchilin (comunicazione@aiditalia.org); Alessandro Fiesoli (afiesoli@aiditalia.org).

La dislessia e gli altri DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)
Il più diffuso DSA (disturbo specifico di apprendimento) è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti. Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica ne sono i tipici aspetti: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
La persona con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un terzo disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia.

L’AID (Associazione Italiana Dislessia)
È nata con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità in particolare verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia si stima riguardi circa 2 milioni di persone.
L’Associazione conta oltre 18.000 soci e 93 Sezioni attive distribuite su tutto il territorio nazionale. Essa lavora per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate a questi disturbi. È aperta ai genitori e familiari di bambini con DSA, alle persone adulte con DSA, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).

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