Scrivo dopo avere passato l’ennesimo pomeriggio di fronte ad un PC per tentare di accedere ai diversi servizi della Pubblica Amministrazione o ai concorsi e bandi nazionali e locali.
Da un po’ di tempo, ormai, c’è un solo modo per fare tutto questo, avere un’“identità digitale”, meglio conosciuta come SPID. Peccato, però, che questo costringa e obblighi milioni di persone, comprese quelle con disabilità di ogni tipo, a trascorrere molto tempo di fronte a uno schermo a combattere, una volta entrati nelle diverse piattaforme grazie appunto allo SPID, contro timer che indicano il tempo che sta per scadere, password da resettare se si sbaglia nella digitazione e chi più ne ha più ne metta. Risultato una lotta impari tra una persona sola e uno schermo.
Ma è questo il mondo inclusivo che vogliamo costruire? Lungi da me una battaglia al digitale, che è una grande risorsa, un elemento di innovazione innegabile, ma dev’essere questo un elemento di supporto e non di esclusione e discriminazione. Credo infatti che un principio da seguire per creare un mondo più inclusivo sia quello di offrire più strade per arrivare ad un risultato, mai una sola, come nei casi di accesso ai concorsi e ai servizi della Pubblica Amministrazione.
So già che ci sarà chi risponderà che c’è chi si impegna ogni giorno per rendere più accessibili e fruibili i siti web e i servizi, questo è senz’altro vero, ma credo che l’unico modo per rendere il mondo più inclusivo, e non solo a parole, sia dare più canali per arrivare allo stesso risultato.
Credo sia necessario a questo proposito offrire un servizio di supporto telefonico, per aiutare nella compilazione delle domande di concorso e in generale per usufruire dei servizi della Pubblica Amministrazione soprattutto le persone e i giovani con disabilità. Credo cioè che in un mondo dove le tecnologie sono arrivate a risultati inimmaginabili, con il progresso che non va assolutamente fermato, si debbano unire supporti differenziati a seconda delle caratteristiche e delle inclinazioni di ognuno.
Non bisogna dimenticare il supporto che può dare una persona che magari in pochi click può risolvere una procedura la quale, se eseguita in solitudine di fronte ad uno schermo, può richiedere anche ore, a causa di blocchi di ogni tipo o semplicemente per la poca dimestichezza dell’esecutore.
Spero che presto, dunque, questi servizi di supporto telefonico siano inseriti almeno per le procedure concorsuali che devono essere accessibili a tutti.
Pensiamo anche a questo quando scriveremo i nuovi provvedimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in materia di disabilità, soprattutto dopo la recente approvazione del Disegno di Legge Delega, che ha bisogno di tanti Decreti Attuativi per diventare realtà.
In questo modo uniremo ai progressi tecnologici anche quelli sociali, evitando fenomeni di isolamento in un mondo dove qualunque procedura può essere fatto solo di fronte a uno schermo. Creiamo invece un mondo pieno di colori e di possibilità.