I mille colori di Ema

Si chiama così una mostra realizzata a Gorizia, con i quadri di Emanuele Spessotto, «un ragazzo affetto da una grave malattia rara – racconta Chiara Santoro, educatrice dell’Associazione ANFAMIV di Udine -, che lo ha portato tra altre cose a perdere la vista. Dopo un lungo ricovero ospedaliero, si è dedicato ad alcune attività che lo hanno coinvolto e stimolato, specie dal punto di vista tattile, e ha realizzato anche numerosi dipinti, utilizzando svariati strumenti e scegliendo quei colori che ancora oggi ricorda. In quelle tele Emanuele ha trasmesso tutto se stesso»

Emanuele Spessotto

Emanuele Spessotto

«C’è una mostra speciale – abbiamo letto sul quotidiano “Il Piccolo” del 19 dicembre scorso – ad impreziosire la festività natalizie di via Rastello [a Gorizia, N.d.R.]. Una mostra che, attraverso il colore, trasmette le emozioni, i ricordi, la sensibilità di un giovanissimo artista friulano. È stata inaugurata nell’androne della storica ferramenta Krainer, dove resterà visitabile almeno fino all’Epifania, la mostra “I mille colori di Ema”, con quattordici dei quadri realizzati nel corso di quest’ultimo anno da Emanuele Spessotto».
Ma chi è Emanuele Spessotto? A raccontarlo è Chiara Santoro educatrice dell’ANFAMIV di Udine (Associazione Nazionale delle Famiglie delle Persone con Minorazioni Visive).

Emanuele è un ragazzo di 19 anni affetto da una grave malattia rara che lo ha portato tra altre cose a perdere la vista.
Nel 2020 è potuto tornare a casa dopo un lungo ricovero ospedaliero. Il suo ritorno a casa è stato un momento di grande gioia per lui e tutte le persone vicine, ma non si è potuto festeggiare nel modo che avrebbe meritato, in quanto tutto il mondo era alle prese con la pandemia da Covid-19 che sta continuando a stravolgere le vite di tutti.
La condizione di salute di Emanuele e la pandemia in corso limitavano parecchio i contatti per lui e lo obbligavano a trascorrere la maggior parte delle sue giornate chiuso in casa assieme alla sua famiglia. Trascorso un primo periodo, che è servito a tutti per abituarsi al cambiamento, chi scrive, educatrice di Emanuele, ha potuto andare a casa sua.
Assieme a me, Emanuele ha “ricominciato” a fare delle attività, che lo coinvolgevano e lo stimolavano in modo particolare dal punto di vista tattile.
Ed ecco che Emanuele con la mia presenza ha realizzato una serie di dipinti che gli hanno permesso di liberare la fantasia, utilizzando i più svariati strumenti e scegliendo quei colori che ancora oggi ricorda e sono legati alla sua infanzia.
All’inizio non è stato facile perché, si sa, una sfida nuova fa sempre un po’ paura, ma col tempo Emanuele l’ha sconfitta e in quelle tele ha trasmesso tutto se stesso.

Educatrice dell’ANFAMIV di Udine (Associazione Nazionale delle Famiglie delle Persone con Minorazioni Visive).

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