Uno schema di Protocollo d’Intesa tra la Regione Lazio, l’ASP (Azienda Servizi alla Persona) Sant’Alessio-Margherita di Savoia di Roma – la principale struttura del Centro e Sud Italia che da oltre centocinquant’anni anni si occupa di riabilitazione, educazione, formazione e inclusione sociale di ciechi, ipovedenti e persone con disabilità aggiuntive a quella visiva – e l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti): è quello approvato il 30 dicembre scorso durante la seduta di Giunta della stessa Regione Lazio, con l’obiettivo di definire una serie di azioni che consentano di migliorare le procedure di accesso e accoglienza ai percorsi di cura delle persone con disabilità visive presso le strutture ospedaliere e più in generale presso i servizi sanitari.
Nel dettaglio, il Protocollo prevede alcune linee guida per istituire percorsi di accesso al Pronto Soccorso e ai reparti delle strutture ospedaliere e la formazione del personale medico, sanitario e socio-sanitario per un’adeguata conoscenza in àmbito di disabilità visiva.
«Stiamo già predisponendo le modalità cui dar seguito al Protocollo – dichiara Antonio Organtini, direttore generale del Sant’Alessio-Margherita di Savoia – che nasce dall’esperienza maturata negli scorsi mesi con l’Ospedale Spallanzani di Roma, per assicurare l’accesso alle vaccinazioni contro il Covid alle persone con disabilità visiva. Siamo pronti ad offrire le nostre competenze a chi opera quotidianamente nella Regione Lazio, per garantire un pieno accesso alle cure a chi ne ha bisogno, nel rispetto dell’inclusione e delle pari opportunità. A tal proposito, il nostro Centro di Formazione ha predisposto pacchetti ad hoc per le strutture sanitarie regionali che vorranno dar seguito alla Delibera della Giunta Regionale, un ulteriore passo in avanti verso una completa accessibilità delle strutture ospedaliere e dei servizi sanitari».
«Si tratta di un protocollo operativo – sottolinea dal canto suo Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio – che ci consentirò di migliorare l’accoglienza e l’accesso nelle strutture del sistema sanitario alle persone con disabilità visiva. Eliminare le barriere architettoniche è una questione di civiltà, occorre pertanto un cambiamento culturale nel segno dell’inclusione e delle pari opportunità». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Chiara Giorgi (giorgic@santalessio.org).