Pensioni di invalidità: inaccettabile dare da una parte, togliere dall’altra

«Non si può togliere in altro modo quello che una Sentenza della Consulta aveva stabilito due anni fa di dare. Per questo stiamo già attivandoci e pensiamo anche ad un Interpello urgente per capire esattamente da dove arrivi questa procedura e valutare come agire per riparare a una situazione del tutto inaccettabile»: lo dichiara Vincenzo Falabella, presidente della Federazione FISH, a proposito del conteggio nell’ISEE degli aumenti delle pensioni di invalidità prodotti nel 2020 da una Sentenza della Consulta, ciò che può in pratica vanificare quegli stessi aumenti

Ombra nera di persona con disabilitCome avevamo ampiamente riferito a suo tempo, la Sentenza 152/20 della Corte Costituzionale aveva portato nel giugno del 2020 ad un aumento di portata variabile delle pensioni percepite da persone con invalidità civile totale, ciechi civili assoluti e sordi (una pensione che, vale la pena ricordare, ammonta quest’anno a poco più di 291 euro al mese), fino ad un massimo di oltre 368 euro, a seconda dell’entità dei redditi conteggiati nell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Il tutto fino ad un azzeramento dell’aumento stesso al raggiungimento di un ISEE di 8.583,51 euro. In seguito la Circolare n. 107 dell’INPS, prodotta il 23 settembre 2020, aveva reso attuativo quanto disposto dalla Sentenza della Consulta.
Ora, però, sta succedendo che quegli aumenti vengano conteggiati nell’ISEE, il quale, aumentando a propria volta, può portare in pratica a vanificare la crescita delle pensioni. E questo nonostante la Legge 89/16, successiva a ben tre Sentenze in tal senso del Consiglio di Stato, avesse chiaramente escluso dal conteggio dell’ISEE «i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità».

«È a dir poco inaccettabile – commenta Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – togliere in altro modo quello che una Sentenza della Consulta aveva stabilito due anni fa di dare. Per questo stiamo già attivandoci nei confronti dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate, ma anche del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e pensiamo ad un Interpello urgente per capire esattamente da dove arrivi questa procedura e valutare in quale modo agire per riparare a una situazione che, va ribadito, riteniamo del tutto inaccettabile».

Da segnalare, infine, che anche il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), UNIAMO (Federazione Italiana Malattie Rare) e la FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) hanno sollevato il problema e rivolto un appello al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, chiedendo di chiarire e sanare la questione. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.

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