Un paio di settimane fa avevamo dato notizia, su queste stesse pagine, di come lo schema di Decreto MEF-Salute (Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ministero della Salute), che aggiorna le tariffe per l’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, sia stato trasmesso alle Regioni e sia ora in attesa di essere approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, un’approvazione attesa sin dal 2017, quando il Decreto del Presidente del Consiglio del 12 gennaio 2017 ridefinì e aggiornò i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
Ora registriamo sul tema il seguente allarme lanciato da vari Enti di area sanitaria: «Esprimiamo grande preoccupazione per le conseguenze che potrebbe avere, sull’intero territorio nazionale, il Nomenclatore Tariffario dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, che il Governo si appresta a varare. Sono, infatti, previsti ribassi fino al 30% e non vengono calcolate in maniera adeguata le reali voci di costo delle prestazioni, così come stabilisce, invece, la normativa».
Lo si legge in un comunicato, ripreso da «Sanità 24» (supplemento in materia sanitaria del «Sole 24 Ore»), firmato congiuntamente da AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata), ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari), ANDIAR (Associazione Nazionale di Diagnostica per Immagini dell’Area Radiologica), ANSOC (Associazione Nazionale Studi Odontoiatrici Convenzionati), Feder ANISAP (Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali), Federbiologi, Federlab (Federazione Nazionale Strutture Ambulatoriali), SIMMFIR (Sindacato Italiano dei Medici di Medicina Fisica e Riabilitativa), SBV (Sindacato Branche a Visita), SNR (Sindacato Nazionale Radiologi), CIC (Collegio Italiano Chirurghi) e SICOP (Società Italiana di Chirurgia dell’Ospedalità Privata).
«Il nostro auspicio – si legge ancora nel documento – è che la bozza del nuovo dispositivo, inviata alla Conferenza Stato-Regioni, la cui analisi è stata al momento sospesa, possa essere modificata, evitando in tal modo pesanti ricadute su qualità e quantità dei servizi garantiti alla popolazione».
La conclusione del comunicato specifica ulteriormente le criticità riscontrate e chiede con urgenza che siano introdotte modifiche sostanziali: «Purtroppo il nuovo Tariffario non tiene neanche in debito conto aspetti essenziali come l’obsolescenza tecnologica delle attrezzature e la loro necessaria innovazione, con il risultato di mettere a rischio, ineluttabilmente, la qualità dei servizi dedicati ai cittadini. Il Tariffario Nazionale rischia, altresì, di avere effetti negativi anche sotto il profilo occupazionale, soprattutto per le strutture di piccola e media dimensione. Si tratta, insomma, di un’operazione tecnico-finanziaria che non considera il fatto che ad erogare le prestazioni sanitarie, delle quali beneficiano i cittadini, sono aziende di diritto pubblico e privato, il cui equilibrio finanziario è un presupposto indispensabile per la loro tenuta. Chiediamo, pertanto, con urgenza modifiche sostanziali».
Nel prendere atto di quanto espresso dagli Enti di area sanitaria, vorremmo che si prestasse attenzione anche alla tempistica: il nuovo Nomenclatore Tariffario va sostituire i due risalenti allo scorso millennio – quello per la specialistica ambulatoriale (Decreto del Ministero della Sanità del 22 luglio 1996), e quello per la protesica (Decreto del Ministero della Sanità del 27 agosto 1999, n. 332). Siamo nel 2022. Anche il tempo è una variabile che incide sulla qualità dei servizi. Qualcuno ne sta tenendo conto? (Simona Lancioni)
La presente nota è già apparsa nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), e viene qui ripresa – con alcune modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.