L’azione posta in essere dal medico e dall’infermiera di fronte a una crisi di epilessia di una ragazza, all’interno di quello che nella serie televisiva di Raiuno Lea un nuovo inizio è un ospedale di Ferrara (reparto di Pediatria), è una vera e propria “ciliegina avvelenata” sulla torta per la recente Giornata Internazionale dell’Epilessia del 14 febbraio.
Parliamo infatti di una rappresentazione di assurde manovre per assistere una persona con epilessia in crisi, basata sul preconcetto della lingua che si ribalta, insieme a pericolose modalità come quella di forzare l’apertura della bocca e di infilare in essa, durante una crisi, la mano. A dir poco assurdo!
Si tratta infatti di un aiuto fuori di ogni logica e non necessario, per confermare tanti preconcetti sull’epilessia, con la rappresentazione di modalità di soccorso assurde sia per la persona in crisi, sia per chi la assiste, ciò che impatta sugli sforzi costanti della nostra Associazione [AICE-Associazione Italiana Contro l’Epilessia, N.d.R.] e delle altre organizzazioni impegnate nel medesimo settore, per consentire alle persone con epilessia di godere finalmente della piena cittadinanza.
E inoltre, visto che la serie televisiva è ambientata in un ospedale dell’Emilia Romagna, quella bocca aperta a forza e quella mano infilata in gola non fanno certo onore certo alla qualità che i professionisti impegnati per la cura delle epilessie esprimono in tale Regione, mortificandone anzi la professionalità e la competenza.
A questo punto non possiamo che chiedere alla RAI di scusarsi e di invitarci ad illustrare le giuste modalità d’assistenza, oltre all’impegno che stiamo da tempo mettendo in campo sul fronte legislativo, per fare approvare in Parlamento il Disegno di Legge AS 716, sulla piena cittadinanza alle persone con epilessia.