«Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per quanto sta accadendo in Ucraina, dopo l’invasione del Paese da parte della Russia, guardando in particolare alle sofferenze della popolazione civile e segnatamente alla situazione delle persone fragili, tra cui migliaia di persone con disabilità bambini, bambine e adulti»: lo dichiara Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dopo i tragici sviluppi di oggi in Ucraina, ricordando anche la Risoluzione n. 2475-2019 approvata tre anni fa all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU (se ne legga già ampiamente anche sulle nostre pagine), con la quale si era chiesto a tutti gli Stati Membri e alle parti direttamente coinvolte di tutelare le persone con disabilità in situazioni di conflitto, in particolare da violenze e abusi, garantendo tra l’altro che abbiano accesso alla giustizia, ai servizi di base e all’assistenza umanitaria senza alcun ostacolo.
È infatti quasi superfluo ricordare come siano proprio le persone con disabilità a vivere, negli scenari di guerra, la maggior condizione di vulnerabilità, ritrovandosi spesso senza i servizi e i supporti necessari a salvare la propria vita.
«Guardiamo dunque con particolare apprensione a quanto sta succedendo – aggiunge il Presidente della FISH -, perché ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, causando sofferenza alle popolazioni e minacciando la convivenza tra le nazioni. Intendiamo quindi fare la nostra parte, soprattutto tramite le organizzazioni internazionali cui aderiamo, quali l’Alleanza Internazionale sulla Disabilità (IDA) e il Forum Europeo sulla Disabilità (EDF), da un lato impegnandoci per la pace, dall’altro per evitare ogni ulteriore sofferenza agli uomini, alle donne e ai bambini con disabilità».
Sui tragici fatti di attualità si pronuncia anche Marco Rasconi, presidente della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), con le seguenti parole: «È successo quanto temevamo. Come UILDM siamo vicini al popolo ucraino che in questo momento vive una situazione terribile. In questo frangente siamo preoccupati per la popolazione locale, vera vittima di questo conflitto. Abbiamo a cuore, in particolare coloro che vivono in situazioni di fragilità, le persone con disabilità, chi vive in stato di povertà, gli orfani, tutte persone su cui la guerra avrà le conseguenze più dure e tragiche».
«Per noi la guerra – conclude Rasconi – non è mai la soluzione. Ribadiamo pertanto tutto il nostro impegno in difesa delle persone più fragili e i valori che ogni giorno trasmettiamo anche attraverso i nostri volontari di Servizio Civile, che si impegnano alla difesa non armata e nonviolenta della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli. Sosteniamo quindi le azioni che lo Stato italiano vorrà intraprendere per il perseguimento della pace e della serenità per il mondo intero». (S.B.)