«Con l’escalation della situazione in Ucraina, assistiamo a un conflitto su vasta scala sul suolo europeo: vogliamo dunque urgentemente ricordare agli Stati le loro responsabilità di garantire la protezione e la sicurezza di tutte le persone con disabilità»: a dirlo è Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, che non ha mancato di far sentire subito la propria voce forte e chiara su quanto sta accadendo in Ucraina, dopo l’invasione del Paese da parte della Russia.
Già ieri, tra l’altro, subito dopo il precipitare degli eventi, il presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Vincenzo Falabella aveva sottolineato come la Federazione «intenda fare la propria parte, soprattutto tramite le organizzazioni internazionali cui aderiamo, quali l’Alleanza Internazionale sulla Disabilità (IDA) e il Forum Europeo sulla Disabilità (EDF), da un lato impegnandoci per la pace, dall’altro per evitare ogni ulteriore sofferenza agli uomini, alle donne e ai bambini con disabilità».
L’EDF, dunque, ha inviato una lettera aperta alle varie Istituzioni Europee, a tutti i Capi di Stato dei Paesi del Vecchio Continente e segnatamente a quelli di Ucraina e Russia, invitando appunto tutte le parti «a garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in Ucraina, rispettando i loro obblighi ai sensi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, con riferimento in particolare all’articolo 11 (Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie)», oltreché della Risoluzione n. 2475-2019 approvata tre anni fa all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e richiamata ieri anche dal nostro giornale e naturalmente, più in generale, del Diritto Internazionale Umanitario e ai Princìpi Umanitari.
«In qualsiasi situazione di crisi o conflitto – spiegano infatti dal Forum -, le persone con disabilità corrono un rischio sproporzionato di abbandono, violenza, morte e mancanza di accesso alla sicurezza, ai soccorsi e al supporto per essere messe in salvo. Le donne con disabilità, inoltre, sono maggiormente a rischio di violenza sessuale e i bambini/bambine con disabilità più esposti/e ad abusi e abbandono. E ancora, le informazioni cruciali sulla sicurezza e l’evacuazione sono spesso inaccessibili e gli stessi centri di evacuazione sono raramente accessibili, cosicché le persone con disabilità vengono troppo spesso lasciate indietro».
«Si parla –proseguono dall’EDF – di circa 2 milioni e 700.000 persone con disabilità, per le quali, ad esempio, i rifugi di Kiev sono inaccessibili, costringendole a rimanere in casa. Le persone poi che vivono in strutture istituzionali, già tagliate fuori dalle loro comunità, rischiano di essere del tutto abbandonate e dimenticate. A tal proposito va ricordato che in Ucraina almeno 82.000 bambini e bambine sono segregati dalla società, con un grandissimo numero di adulti con disabilità permanentemente istituzionalizzati».
«Chiediamo dunque alla leadership politica e a tutti gli attori umanitari che si occupano di questa crisi – conclude la lettera aperta dell’EDF – di garantire che le persone con disabilità (con particolare attenzione per coloro che sono più a rischio, quali le donne, i bambini, le persone cieche e sordocieche, quelle con disabilità psicosociali e intellettive e quelle con elevati bisogni di sostegno) abbiano pieno accesso a tutti gli aiuti umanitari, siano protette da violenze, abusi e maltrattamenti, possano usufruire di informazioni accessibili sui protocolli di sicurezza e assistenza, nonché sulle procedure di evacuazione e supporto, abbiano pieno accesso ai servizi di base (tra cui acqua e servizi igienici, supporto sociale, istruzione, assistenza sanitaria e trasporti). È essenziale, inoltre, mettere in atto misure che includano pienamente le persone che vivono in istituti o orfanotrofi, facendo sì che le misure di ricollocazione e di evacuazione non le costringano più a vivere in quelle strutture. E da ultimo, ma non ultimo, tutte le persone con disabilità devono essere significativamente coinvolte in ogni azione umanitaria, tramite le loro organizzazioni rappresentative». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e aggiornamento: Catherine Naughton, direttrice dell’EDF (catherine.naughton@edf-feph.org).
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