Si chiama Welfare 4.0 – Per una definizione di un welfare comunitario di inclusione ed è un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che vede quale capofila la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), insieme ai partner UILDM Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), aderente alla stessa FISH, e alla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che della FISH è la componente lombarda, oltreché avvalendosi della collaborazione esterna di varie Università, Enti Locali e organizzazioni del Terzo Settore.
L’obiettivo è ambizioso e importante, vale a dire formare, attraverso tutti gli strumenti culturali e tecnici basati sui princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, gli operatori pubblici e privati che operano nei diversi sistemi regionali, al fine di “dare carburante” a un welfare comunitario d’inclusione basato su una nuova cultura, immagine e rappresentazione della disabilità.
«Welfare 4.0 – si legge in una nota diffusa dalla FISH – nasce dalla considerazione che l’emergenza dovuta al Covid ha ulteriormente confermato le criticità del welfare italiano, mettendo a nudo la fragilità del modello della presa in carico alla base dei servizi rivolti alle persone con disabilità. Ma nasce anche dall’attenta valutazione del fatto che i venti welfare regionali, spesso assai diversi tra loro in termini di risorse economiche e di azioni messe in campo, non sempre si concentrano sull’offerta di servizi che abbiano realmente finalità di empowerment [crescita dell’autoconsapevolezza, N.,d.R.], abilitazione e inclusione, premesse, queste, indispensabili per il conseguimento della piena cittadinanza delle persone con disabilità».
Particolarmente bella è la scelta della FISH e di tutti i partner del progetto, di dedicarlo a Rita Barbuto, vera “guerriera” dei diritti delle persone con disabilità, recentemente scomparsa, come avevamo riferito anche sulle nostre pagine.
Ora, da un punto di vista concreto, Welfare 4.0 è già entrato in attività il 9 aprile scorso, con il primo di una serie di incontri di sensibilizzazione, denominato La definizione di un welfare comunitario di inclusione. Per un nuovo modello di progetto personalizzato per la disabilità, che come per quelli successivi ha potuto contare sull’intervento di vari autorevoli relatori del mondo sociale e universitario (a questo link è disponibile il programma completo). (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: presidenza@fishonlus.it.
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