«Nuove disposizioni in merito alla regolamentazione degli accessi alle strutture residenziali»: è la richiesta posta alla propria Regione dall’organizzazione marchigiana Gruppo Solidarietà, riferendosi in particolare alle residenze rivolte alle persone anziane, ma guardando segnatamente a tutte quelle ove vivono persone con disabilità.
«L’aumento dei contagi di queste ultime settimane – ha scritto il Gruppo Solidarietà – all’interno delle residenze per anziani, ha riproposto in maniera drammatica il tema dell’isolamento delle persone ricoverate. Come è noto, il problema non risiede tanto nella gravità dell’infezione, quanto nel conseguente blocco delle visite dei familiari e delle relazioni con l’esterno. Una situazione che si protrae da due anni e che rischia di prolungarsi all’infinito, con effetti pesantissimi sulle condizioni di salute e sulla qualità di vita delle persone. Non pare infatti inutile sottolineare come spesso i familiari non solo garantiscono il vitale mantenimento degli affetti e delle relazioni, ma intervengono, anche per carenza di personale o per ricoveri inappropriati, a supporto dei propri cari in attività di assistenza e cura, ad esempio durante i pasti, o favorendo il mantenimento di residue abilità come, ad esempio, la deambulazione».
«Se dunque da un lato – prosegue la lettera inviata alla Regione Marche – appare necessario cercare di capire le ragioni che hanno determinato massicce estensioni dei contagi all’interno delle residenze, dall’altro, in un quadro clinico e normativo mutato, riteniamo urgente intervenire sulle norme che regolamentano gli accessi nelle strutture. L’esperienza di questi due anni, del resto, ci insegna che non si può continuare sulla strada dell’isolamento. Occorre essere consapevoli, come molti familiari continuano a ripetere, che senza relazioni, affetti e vicinanza il passaggio dalla protezione alla segregazione può essere molto rapido e i suoi effetti devastanti».
«Auspichiamo pertanto – conclude il Gruppo Solidarietà – un rapido intervento normativo volto a rispondere alle esigenze indicate, chiedendo al tempo stesso un ripensamento del contenuto stesso dell’offerta residenziale e perché questo avvenga è necessario che si avviino adeguati percorsi di approfondimento che purtroppo, ci sembra, non abbiano avuto inizio». (S.B.)
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