Ancora una volta i diritti delle persone con disabilità, per essere esigibili, devono passare attraverso i tribunali. Infatti, solo la Sentenza del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio n. 04857, prodotta il 21 aprile scorso, ha messo fine alla lunga attesa di una persona con grave disabilità (riconosciuta come tale dalla competente Commissione Medica, ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92), oltre dodici mesi, per vedere riconosciuto il proprio diritto al “progetto individuale”, volto a garantire, come da Legge 328/00 (articolo 14, comma 1), la «piena integrazione delle persone disabili di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104».
Parole come la persona al centro, deistituzionalizzazione, “nessuno escluso”, di cui tanto si sente parlare, risultano dunque essere pressoché sconosciute a chi, per dovere se non per etica, dovrebbe farne un faro nel proprio operato quotidiano. Siamo invece ancora a dover difendere i diritti delle persone con disabilità con gli avvocati nelle aule dei tribunali; ancora a dover rivendicare il diritto delle persone con disabilità per una vita indipendente assistita, con tutti i sostegni di cui si necessita, nella società e con la società!
Esprimiamo quindi grande soddisfazione, insieme a una nota di amarezza, oltre all’auspicio che questa Sentenza, la prima nel Lazio, possa segnare l’avvio di un cambiamento radicale della visione della persona con disabilità, affinché il diritto all’autodeterminazione, alla libertà di scelta, sia veramente il diritto di tutti , oggi e domani.
Ringraziamo anche gli avvocati Maria Laura Andrao e Tommaso Montorsi, per la determinazione e la passione con cui hanno difeso i diritti della persona con grave disabilità.
FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Associazione Hermes, AVI di Roma (Agenzia Vita Indipendente) e Associazione Oltre lo Sguardo.
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