Aprire un profondo dibattito nel mondo del sociale e del Terzo Settore, per ridare forza ad alcuni temi indispensabili a far tornare a crescere i volontari, le loro forme organizzative autonome, piccole e grandi, e la loro capacità di incidere sul cambiamento necessario, per dare gambe più robuste alla solidarietà: è il senso dell’appello in dodici punti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che l’Associazione Luciano Tavazza – nata per mantenere attuali e diffusi i valori di colui (Luciano Tavazza, appunto) che fu uno dei “padri” del volontariato organizzato in Italia, e per custodirne l’archivio – ha elaborato, confrontandosi con tanti protagonisti della vita sociale del Paese, allo scopo di rilanciare il ruolo del volontariato organizzato.
L’appello – già sottoscritto oltreché dai componenti dell’Associazione Tavazza, da autorevoli esponenti dell’associazionismo italiano (se ne veda un elenco nel box in calce) – prende spunto dalle stesse parole del presidente Mattarella, pronunciate durante gli interventi del febbraio 2020, all’apertura di Padova Capitale Europea del Volontariato, nonché in occasione della Giornata internazionale del Volontariato del 4 dicembre 2021. Esso verrà presentato nel corso di una conferenza stampa in programma per la mattinata di domani, 11 maggio (ore 10), a Roma, presso la Sala Caduti di Nassiriya del Senato, incontro che verrà anche diffuso in diretta nel canale YouTube del Senato stesso (a questo link). Vi parteciperanno Mimmo De Simone, presidente dell’Associazione Tavazza, i componenti del Direttivo di quest’ultima, tra cui anche Salvatore Nocera, e alcuni dei primi firmatari dell’appello. (S.B.)
Firmatari dell’appello
L’appello dell’Associazione Luciano Tavazza al presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato sottoscritto, tra gli altri, da don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco; Francesco Gregorio Arena, presidente emerito di LABSUS (Laboratorio per la Sussidiarietà); don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele; Ugo Ascoli, docente universitario; Nicolò Lipari, giurista, già senatore; don Rocco D’Ambrosio, docente alla Pontificia Università Gregoriana; Antonio Gianfico, presidente della Società di San Vincenzo De Paoli; Rosa Jervolino Russo, già ministra e deputata; Emanuele Alecci, portavoce della candidatura del Volontariato a patrimonio Unesco; don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus, Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione Zancan, Gian Candido De Martin, presidente del Centro Bachelet; Giuseppe De Rita, presidente della Fondazione Censis; Livia Turco, già ministra e deputata; Carlo Borzaga, professore senior all’Università di Trento; don Antonio Mastantuono, docente alla Pontificia Università Lateranense; Giuseppe Cotturri, studioso di diritto e istituzioni politiche; Pellegrino Capaldo, economista e politico.
Luciano Tavazza
Nato nel 1926 e scomparso nel 2000, Luciano Tavazza ha attraversato da coprotagonista tutte le fasi evolutive del Volontariato e del Terzo Settore in Italia, dal dopoguerra fino alla sua morte, in un continuo rapporto e confronto con le più importanti Istituzioni politiche, religiose e sociali. Interprete attento, oltre che animatore vigile e instancabile di quella vera e propria “esplosione” che riguardò il Volontariato italiano negli Anni Settanta, Tavazza fu dapprima fondatore del MoVI (Movimento Volontariato Italiano) – nel 1978 – di cui ricoprì per molto tempo la carica di presidente e successivamente, insieme a Pellegrino Capaldo, ideatore della FIVol (Fondazione Italiana per il Volontariato), con lo scopo di «promuovere, incoraggiare e sostenere il volontariato in tutte le sue forme e in tutti i campi, quale espressione dei principi di partecipazione, solidarietà, sussidiarietà e pluralismo sanciti dalla Costituzione».
Ne segnaliamo, sulle nostre pagine, il discorso di commemorazione pronunciato da Franco Bagnarol nel 2010 (a questo link).
Per ogni ulteriore informazione: Riccardo Guido (ricc.guido@gmail.com).