Anche l’Associazione Museum – nata nel 1994 a Roma, presieduta dall’architetto Maria Poscolieri, consociata con l’UICI capitolina (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e da sempre impegnata a garantire l’accessibilità all’arte quale diritto di ogni cittadino – parteciperà nel prossimo fine settimana a Open House Roma, evento annuale che celebra il design e l’architettura nella Capitale. Lo farà nella mattinata di sabato 21 (ore 10.30), proponendo una visita tattile al Chiostro della Cisterna della Camera dei Deputati “Nilde Iotti” (Via del Seminario, 76).
«Nella seconda metà del Cinquecento – spiegano da Museum – l’antico complesso dominicano di Santa Maria Sopra Minerva si arricchì di ulteriori costruzioni, alcune delle quali oggi fanno parte della Biblioteca della Camera, come appunto il Chiostro della Cisterna. Quest’ultimo deriva il suo nome dalla presenza nell’area di una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane per gli usi del convento e per l’irrigazione dell’orto, ed era originariamente a pianta quadrata, articolato in sei arcate a tutto sesto, con volte a crociera sorrette da colonne di spoglio romane, con basi attiche e capitelli corinzi quattrocenteschi. Inequivocabile l’attribuzione del luogo al teologo e giurista Oliviero Carafa, il cui stemma è rimasto ancora visibile nelle chiavi di volta. L’intervento di restauro curato dalla Camera dei Deputati a partire dal 1974 ha consentito di riaprire gli archi nei lati colonnati sopravvissuti alle alterazioni e di scoprire sei lunette con un ciclo di affreschi seicentesco che riporta episodi della vita di Santa Caterina».
Durante la visita del 21 maggio, rivolta ad un massimo di dieci persone con disabilità visiva (con un accompagnatore e con il cane guida), si potranno dunque toccare alcuni reperti che si trovano in loco, disegni tattili di alcune delle lunette, della pianta del chiostro e dei due stemmi del cardinale Carafa e dei Giustiniani. Inoltre, i partecipanti avranno modo di toccare la targa in bronzo con il testo ufficiale scritto dal generale Diaz dopo l’armistizio del 1918. (S.B.)
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