«Esprimiamo le nostre forti preoccupazioni sulla formazione degli insegnanti di scuola secondaria. La Legge appena approvata, infatti, ribadisce giustamente la volontà di una scuola inclusiva capace di corrispondere ai bisogni delle persone con disabilità e con problemi, e tuttavia non si evincono le modalità con le quali praticamente gli insegnanti possano acquisire le competenze idonee. Auspichiamo vivamente che nei Decreti Attuativi siano previsti adeguati crediti formativi sulle questioni inclusive speciali»: è quanto si legge in una nota diffusa dalla SIPeS (Società Italiana di Pedagogia Speciale), in riferimento al contenuto della Legge 79/22 che il 29 giugno scorso ha convertito il Decreto Legge 36/22 (Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR) e in particolare all’articolo 44 della norma (Formazione iniziale e continua dei docenti delle scuole secondarie).
A condividere senza riserve le preoccupazioni espresse dalla SIPeS sulla formazione degli insegnanti della scuola superiore secondaria è la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ricordando innanzitutto che la Legge 79/22 recentemente approvata prevede l’obbligo di formazione iniziale dei docenti attraverso il conseguimento di 60 Crediti Formativi Universitari da conseguire subito dopo la laurea. Ebbene, già da tempo, sia la FISH che la SIPeS chiedevano che una buona parte di quei Crediti fossero dedicati alla pedagogia e alla didattica speciale, per evitare l’ormai annosa delega dei docenti curricolari ai soli insegnanti di sostegno per l’attuazione del PEI, il Piano Educativo Individualizzato riguardante gli alunni e le alunne con disabilità.
«Proprio tale delega – sottolinea una volta ancora il presidente della FISH Vincenzo Falabella – costituisce una violazione della normativa inclusiva che vuole pienamente compartecipi della didattica anche i docenti curricolari. Questo, infatti, ha prodotto un notevole incremento nella richiesta delle ore di sostegno, poiché senza di esse gli alunni e le alunne con disabilità rischierebbero di rimanere abbandonati a se stessi».
«Ora – prosegue Falabella -, nonostante la recente Legge 79/22 ribadisca la volontà di una scuola inclusiva capace di corrispondere ai bisogni delle persone con disabilità e con problemi di apprendimento, nel testo della norma si prevede che solo 10 Crediti Formativi debbano riguardare la pedagogia e la didattica, cosicché il rischio è che quelli riguardanti la pedagogia e la didattica speciale si riducano a un numero realmente insignificante».
«Chiediamo dunque nuovamente al Governo di intervenire – conclude il Presidente della FISH -, auspicando a nostra volta che in sede di emanazione dei Decreti Attuativi la situazione possa essere sanata, perché altrimenti l’inclusione scolastica nelle scuole secondarie continuerà ad essere problematica, anzi, come confermano gli esperti, rischierà addirittura di peggiorare». (S.B.)
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