Moda, ma anche cultura e inclusione per la settima edizione della Torino Fashion Week, in corso di svolgimento nel capoluogo piemontese fino al 14 luglio prossimo, manifestazione che unisce momenti istituzionali, talk sulla giustizia sociale e sui cambiamenti climatici, un corso di cucina legato al tema della terra, B2B (Business-to Business), cocktail party e dj set. Perché la Settimana della Moda è a tutti gli effetti un evento culturale innovativo e internazionale, oltreché la prima fashion week al mondo a dedicare spazio agli stilisti emergenti e la prima a riportare la moda a Torino.
Ebbene, quest’anno ci sarà anche uno spazio dedicato alla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) che presenterà il proprio progetto Diritto all’eleganza.
Il claim della Torino Fashion Week 2022 è La moda veste la pace, tema attuale non solo per la cronaca di questi mesi, ma perché in passerella ci saranno, tra le altre, sia una delegazione di stilisti ucraini, sia Maki e Tukwini Mandela, rispettivamente figlia e nipote del Premio Nobel per la Pace Nelson Mandela.
Villa Sassi, dimora secentesca della collina torinese un tempo residenza di prìncipi e baroni, fa da sfondo alle sfilate che si tengono in presenza e in live streaming sulla pagina facebook di Torino Fashion Week e, come detto, all’interno del ricco calendario di appuntamenti, nel pomeriggio di giovedì 14 luglio (ore 16), saranno in passerella gli abiti creati dalla UILDM.
Associazione che da sessantun anni si occupa di persone con patologie neuromuscolari, l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare parteciperà alla manifestazione con il citato progetto Diritto all’eleganza, iniziativa, realizzata grazie al sostegno di UniCredit Foundation, che coinvolge gli studenti di tredici istituti superiori e accademie a indirizzo moda, che hanno appunto progettato abiti per persone con una disabilità motoria.
Tale evento non può essere semplicemente rubricato alla voce “frivolezza”, perché è chiaro che dietro c’è molto di più. «Quante volte ci siamo trovati in un negozio d’abbigliamento a scegliere tra un capo che ci piaceva e uno che invece risultava pratico da indossare o non troppo complicato per chi avrebbe dovuto aiutarci a infilarlo? Quante volte abbiamo rinunciato alla libertà di vestirci secondo il nostro gusto dando invece priorità alla praticità?»: con queste parole, Anna Mannara, direttrice editoriale di «DM», la rivista della UILDM Nazionale, contribuiva nel 2018 ad uno speciale dal titolo Il fascino è di moda, dedicato appunto al progetto Diritto all’eleganza e pubblicato nel numero 195 della testata, a cura di Valentina Bazzani, Manuèl Tartaglia e Barbara Pianca.
«Secondo quanto emerge da diversi studi di carattere psicologico – proseguiva Mannara – l’immagine che ciascuno ha di se stesso va al di là del riflesso che si vede nello specchio, il piacersi o meno deriva dal proprio vissuto, dalla propria storia e dal modo di rapportarsi con se stessi e con l’ambiente esterno. Data questa correlazione, curare il proprio aspetto esteriore può facilitare una guarigione interiore: dare attenzione al proprio corpo può essere il primo passo verso uno stato più completo di consapevolezza e realizzazione di sé». (Simona Lancioni)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: uildmcomunicazione@uildm.it (Alessandra Piva e Chiara Santato).
Il presente contributo è l’estratto di un testo già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso – con alcune modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.
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