Come vivono le persone con disabilità l’ambiente domestico? Di quali tecnologie possono avere bisogno? E i familiari e professionisti che lavorano con loro? Sono i quesiti ai quali intende rispondere il progetto europeo My Sweet Smart Home, ovvero “La mia dolce e intelligente casa”, iniziativa avviata nello scorso mese di aprile e finanziata nell’àmbito del programma della Commissione Europea Erasmus+.
L’obiettivo generale è segnatamente quello di migliorare le condizioni di vita delle persone con esigenze speciali, attraverso un programma di formazione dedicato ai professionisti che lavorano con loro: «È infatti necessario conoscere le tecnologie – sottolineano i promotori del progetto – per migliorare l’accessibilità e la qualità degli ambienti di vita».
In questa fase, dunque, stanno prendendo il via le interviste e le osservazioni sul campo che dovranno portare all’elaborazione di alcune Linee Guida, utili appunto a potenziare l’uso della tecnologia a casa per favorire una vita il più possibile autonoma.
Capofila di Home, My Own Sweet (Smart) Home è la Friedrich-Alexander Universität Erlangennürnberg (Germania), con i partner Asociacion Empresarial de Investigacion Centro Tecnologico del Mueble y La Madera de La Region De Murcia (Spagna), Senseworks Anaptyxi Kainotomikon Olokliromenon Proionton Asyrmaton Diktyon Aisthitiron Etaireia Periorismenis Euthynis (Grecia), EASPD-European Association of Service providers for Persons with Disabilities (Belgio) e, per l’Italia, il CEIPES (Centro Internazionale per la Promozione dell’Educazione e lo Sviluppo) e l’AIAS Ausilioteca Bologna. (S.B.)
Ringraziamo per la segnalazione la Rete dei CAAD dell’Emilia Romagna (Centri per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico).
Per approfondire, accedere a questo link nel sito dell’AIAS di Bologna.