Sin troppo spesso siamo costretti a denunciare su queste pagine le carenze dell’inclusione scolastica nel nostro Paese, parlando di volta in volta di mancata continuità nell’inserimento di alunni e alunne con disabilità, di carente se non nulla formazione degli insegnanti specializzati, per arrivare a vere e proprie situazioni di discriminazione, che richiedono sin troppo spesso l’intervento di Sentenze e pronunciamenti vari.
E tuttavia, l’Italia la strada della “scuola di tutti pe tutti” l’ha imboccata ormai dalla fine degli Anni Settanta e se tale modello viene visto con favore da molti altri Paesi del mondo, ciò significa che la situazione, a livello internazionale, è ben più complicata.
Per rendersene conto, basta leggere quanto diffuso recentemente dall’IDA, l’Alleanza Internazionale sulla Disabilità, secondo la quale i dati disponibili certificano con chiarezza che «gli studenti e le studentesse con disabilità continuano ad essere uno dei gruppi più emarginati quando si tratta di accedere a un’istruzione di qualità ed equa».
Secondo le stime dell’UNICEF, infatti, «dei circa 240 milioni di bambini e bambine con disabilità nel mondo, essi hanno il 16% di probabilità in meno di leggere o di farlo a casa propria, rispetto a quelli e quelle senza disabilità; inoltre, hanno il 42% in meno di possibilità di avere capacità di lettura e di calcolo di base e il 49% in meno di possibilità di frequentare la scuola». Un quadro, questo, ulteriormente aggravato dalla pandemia, con i relativi lockdown, nonché dai conflitti armati presenti in varie parti del mondo. A tal proposito, un sondaggio condotto dall’IDA stessa ha rilevato che il 17% degli interpellati ha abbandonato gli studi durante la pandemia e che tra quelli che hanno frequentato le lezioni a distanza, solo il 29% ha trovato accessibili le piattaforme online.
Alla luce di quanto detto, dunque, l’IDA ha accolto con favore la convocazione di un Vertice sulla Trasformazione dell’Istruzione da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite, in vista dell’ormai prossima 77^ Assemblea Generale delle Nazioni Unite, «esortando gli Stati Membri dell’ONU a ricordare il loro impegno nel garantire l’accesso a un’istruzione di qualità, inclusiva ed equa per gli studenti e le studentesse con disabilità, come sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità e dall’Obiettivo 4 (Istruzione di qualità) dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, oltre a sollecitare l’adempimento dei 229 impegni presi in materia di istruzione inclusiva al Vertice Globale sulla Disabilità del febbraio scorso (Global Disability Summit)».
Ma non solo, l’Alliance, infatti, «invita tutti i Capi di Stato, gli Stati Membri e le Agenzie delle Nazioni Unite a garantire che quel prossimo Vertice sulla Trasformazione dell’Istruzione sia inclusivo e accessibile a tutte le persone con disabilità», esprimendo la propria preoccupazione «per l’inadeguata rappresentanza degli studenti e delle studentesse con disabilità e delle organizzazioni di persone con disabilità nelle attività svolte fino ad oggi, in particolare per la mancanza di accessibilità negli eventi pre-Vertice sia online che di persona. Per questo, dunque, chiediamo un coinvolgimento attivo e significativo delle organizzazioni di persone con disabilità nell’appello a democratizzare il dialogo sull’istruzione e a far crescere un movimento globale per la trasformazione educativa».
«Ancora una volta – concludono dall’IDA – siamo costretti a ribadire che l’istruzione inclusiva è l’unico modo per raggiungere l’Obiettivo 4 dell’Agenda ONU 2030, in riferimento a tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze con disabilità, ovunque si trovino. Chiediamo perciò agli Stati Membri delle Nazioni Unite di garantire che il diritto a un’istruzione di qualità e inclusiva per tutti e tutte gli studenti con disabilità sia esplicitamente incluso negli impegni nazionali e internazionali per trasformare l’istruzione. Chiediamo altresì che l’inclusione e l’equità siano princìpi trasversali in tutte le aree della trasformazione del sistema educativo, perché qualsiasi struttura scolastica che non fornisca istruzione inclusiva nella sua accezione più ampia, comprese quelle non gestite dagli organismi statali, dev’essere gradualmente eliminata. E chiediamo infine maggiori investimenti per trasformare l’istruzione, a partire dalla formazione degli insegnanti, per continuare con un’accessibilità che comprenda i sottotitoli, le lingue dei segni nazionali, il Braille, l’accesso alle tecnologie assistive e la protezione sociale in generale».
Questo è dunque il quadro internazionale sull’inclusione degli studenti e delle studentesse con disabilità esposto dall’IDA, del quale sarebbe sempre bene tenere conto, nel leggere le situazioni presenti nel nostro Paese. (S.B.)