Persone con disabilità intellettive: l’amore ha bisogno di spazio

«È un equilibrio difficile quello da trovare tra la protezione, il supporto e la libertà di vivere la propria vita in pienezza, quando si parla di sessualità e affettività delle persone con disabilità intellettiva»: viene introdotto così, dal CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), il convegno nazionale “L’amore ha bisogno di spazio”, organizzato per domani, 24 settembre, a Rimini, una giornata di approfondimento, workshop e condivisione su un tema già al centro della campagna internazionale lanciata dallo stesso CoorDown nella primavera scorsa

"Just the Two Us"

Un’immagine tratta dal video “Just the Two Us” (“Solo noi due”), al centro della campagna internazionale lanciata nel marzo scorso dal CoorDown

«È un equilibrio difficile quello da trovare tra la protezione, il supporto e la libertà di vivere la propria vita in pienezza, quando si parla di sessualità e affettività delle persone con disabilità intellettiva. Le famiglie sono chiamate ad accompagnare le proprie figlie e i propri figli nella crescita, a sostenerli nelle loro prime autonomie e ad incoraggiarli nel loro percorso di giovani adulti, restando punti di riferimento essenziali. I giovani adulti con sindrome di Down hanno bisogno di essere ascoltati, supportati e guidati in questo percorso spesso pieno di ostacoli e incertezze»: viene introdotto così, dal CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), il convegno nazionale intitolato L’amore ha bisogno di spazio, organizzato per domani, 24 settembre, a Rimini (Centro Congressi SGR), un’intera giornata di approfondimento, workshop e condivisione con esperti, genitori, psicologi, operatori e insegnanti e la partecipazione diretta e attiva di ragazze, ragazzi e adulti con sindrome di Down.«Obiettivo di questo incontro – aggiungono dal CoorDown – è riflettere insieme sulla costruzione di percorsi educativi condivisi di accompagnamento alle relazioni e alla sessualità, che possano offrire strumenti adeguati e rispettosi ai giovani adulti con sindrome di Down, che siano di supporto alle famiglie e siano realizzati in un’ottica di rete che sappia coinvolgere anche operatori e insegnanti».

«Nel nostro Paese – sottolinea Antonella Falugiani, presidente del CoorDown – il tema della sessualità è molto spesso ancora un tabù e, a maggior ragione, nell’immaginario collettivo è difficile costruire un’idea di sessualità che tenga dentro l’umanità intera, ivi comprese le persone con disabilità intellettiva. Nessuno di noi ha una risposta certa, ma il mio impegno impone innanzitutto l’ascolto, ed è da questo ascolto che siamo partiti per tentare di garantire un diritto essenziale e superare, insieme, paure e resistenze».
Le parole di Falugiani fanno segnatamente riferimento a quanto già fatto in questo 2022 dal CoorDown su tale tema, a partire dalla campagna di sensibilizzazione internazionale denominata Just the Two Us (letteralmente “Solo noi due”), lanciata in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down del 21 marzo scorso, con la produzione di un video dal taglio ironico, che racconta come la coppia protagonista, attraverso la presenza ingombrante delle rispettive famiglie, riesca a trovare la propria intimità e a lanciare appunto il messaggio «l’amore ha bisogno di spazio». E il diritto di vivere una relazione sentimentale e una vita sessuale indipendente sarà anche il “tema forte” del CoorDown, in occasione della prossima Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down del 9 ottobre.
«Le persone con sindrome di Down – aggiungono ancora dal Coordinamento – sono spesso considerate degli “eterni bambini” e, come tali, protetti o tenuti lontani da tutto ciò che ha a che fare con l’età adulta, compresa la sessualità. Ma le persone con la sindrome di Down hanno gli stessi bisogni di chiunque altro e hanno lo stesso diritto di vivere una vita sessuale e amorosa indipendente e di ricevere informazioni accessibili. Un’educazione alle relazioni e alla sessualità può permettere di vivere la propria vita affettiva in modo sano e soddisfacente, oltre che essere essenziale per sostenere le persone con disabilità intellettiva a comprendere i loro diritti, conoscere il proprio corpo, i concetti di “consenso” e di “sesso sicuro” e per proteggerli da potenziali abusi».

Entrando nel dettaglio del programma del convegno di Rimini, va detto che la mattinata si aprirà con la lezione magistrale di Fabio Veglia, ordinario di Psicologia Clinica all’Università di Torino, direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva di Torino, Genova e Vercelli, coordinatore scientifico del Servizio Disabilità e Sessualità nella Divisione Servizi Socio-Assistenziali della Città di Torino. «Il compito principale di chi lavora a favore delle persone con disabilità – dichiara – è permettere loro di determinare almeno in parte la propria vita, di orientare le proprie scelte e eventualmente condividere con qualcuno, anche nell’intimità, sentimenti, storie e significati. Dare dunque voce al loro desiderio e restituire carezze alle loro mani. Ci proviamo, ci impegnamo. La promessa è sempre questa: noi ti accompagniamo, man mano che cammini da solo, ti lasciamo andare la mano, però siamo sempre qua e se ti volti indietro ci vedrai».

Seguirà l’intervento di Donatella Oggier-Fusi, segretaria dell’organizzazione Atgabbes, formatrice di adulti nel campo dell’educazione alla vita affettiva e intima di giovani ed adulti con disabilità, che afferma: «Le buone carezze, i tocchi adeguati e le storie d’amore hanno bisogno di spazi e tempi per essere appresi, sperimentati e raccontati; hanno bisogno anche di contesti di vita attenti e rispettosi, così come di persone di riferimento formate e informate. Familiari e professionisti insieme, ognuno con le proprie competenze e i propri punti d’osservazione complementari, per poter accompagnare con rispetto la persona con disabilità nel suo percorso di crescita, di autonomia e di scoperta del mondo». 

Nel pomeriggio, infine, l’intervento di Angela Becorpi del Dipartimento Materno Infantile nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, nonché responsabile del programma regionale toscano PASS (Percorsi Assistenziali per Soggetti con bisogni Speciali), sarà seguito dalla divisione in quattro gruppi di lavoro per giovani adulti, famiglie, operatori e insegnanti, coordinati da Fabio Veglia, Donatella Oggier-Fusi, Ivana Pili, Anna Pretolani, Caterina Bossa, Elisa Orlandini e Antonella Falugiani.
Chiuderà i lavori una sessione plenaria durante la quale verranno esposti i risultati della giornata. (S.B.)

A questo link è disponibile il programma completo del convegno di domani, 24 settembre, a Rimini, cui si potrà partecipare anche da remoto. Per ogni ulteriore informazione: ufficiostampa@coordown.it.

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