«In Italia esiste un modello virtuoso di economia sociale, di cui il Terzo Settore è protagonista, fondato sulla sostenibilità, l’inclusione dei più fragili, la tutela ambientale e la partecipazione: è un modello made in Italy che va sostenuto, sviluppato e diffuso il più possibile»: così Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, presenta il convegno promosso dal Forum stesso per il 13 e 14 ottobre al Centro Congressi Roma Eventi (piazza della Pilotta, 4), , in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, denominato Terzo Settore protagonista dell’economia sociale. Prossimità, inclusione, sviluppo e sostenibilità nelle periferie.
L’evento rientra nelle iniziative promosse nell’àmbito del semestre di Presidenza Italiana del Comitato di Monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo sull’Economia Sociale del 2015, che riconosce nell’economia sociale una potente leva per la creazione di posti di lavoro e per l’innovazione sociale.
Il convegno si articolerà su una due giorni di ampio confronto, che vedrà la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni italiane ed europee, di organizzazioni dell’economia sociale dei Paesi dell’Unione Europea, oltreché di studiosi, esperti e attori della società civile, con l’obiettivo di elaborare proposte utili ad aprire una riflessione sull’evoluzione del sistema dell’economia sociale nel suo complesso, anche a livello europeo.
«Negli anni – sottolinea ancora Pallucchi – sono stati compiuti passi in avanti verso il riconoscimento dell’economia sociale e lo scorso anno la Commissione Europea ha elaborato un Piano d’Azione al riguardo, che va però realizzato e declinato a livello nazionale, considerando soprattutto che, diversamente dagli altri Stati europei, l’Italia ha una lunga tradizione di esperienze, anche innovative, di economia sociale, portate avanti non solo da imprese e cooperative sociali, ma anche dalle associazioni e dalle organizzazioni di volontariato. Per questo c’è bisogno che le norme rivolte al Terzo Settore siano adeguate alle caratteristiche peculiari di queste realtà».
«Occorre maggiore consapevolezza – conclude la Portavoce del Forum – della qualità e della complessità del comparto socio-economico rappresentato dal non profit. Quest’ultimo, soprattutto in Italia, è portatore di un modello economico alternativo, sostenibile e assolutamente realizzabile, strettamente legato ad àmbiti cruciali per lo sviluppo, come l’ambiente, i servizi sociali, la cultura e la formazione».
Rimandando Lettori e Lettrici al programma completo del convegno, tuttora in aggiornamento (a questo link), segnaliamo qui la partecipazione, tra gli altri, di Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) alla sessione mattutina del 14 ottobre (Il Terzo Settore innova e include: economia sociale e contrasto alle disuguaglianze), con l’intervento sul tema L’economia sociale per l’inclusione, e quella di Álvaro Antonio Couceiro Farja, in rappresentanza dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, alla tavola rotonda in programma nelò pomeriggio dello stesso giorno, intitolata Gli Enti di Terzo Settore italiani e l’economia sociale. (S.B.)
Per partecipare al convegno accedere a questo link. Per ogni ulteriore informazione: stampa@forumterzosettore.it.
A questo link è disponibile l’elenco completo di tutti i soci – tra cui anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – e degli aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore.