Il distacco di retina: sarà questo il tema della riunione scientifica promossa per la serata di domani, martedì 25 ottobre, dall’Accademia di Medicina di Torino, sia in presenza (presso la propria Aula Magna in Via Po, 18 a Torino, ore 21), sia online (collegandosi tramite il sito dell’Accademia stessa).
L’incontro verrà introdotto da Umberto Dianzani, immunologo dell’Università del Piemonte Orientale e il relatore sarà Stefano De Cillà, direttore della Struttura di Oculistica all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara.
Per distacco di retina, va ricordato, si intende la separazione della neuroretina dal sottostante epitelio pigmentato retinico, determinata da un accumulo di fluido, detto “fluido sottoretinico”, e clinicamente si può parlare di tre tipi diversi, sulla base dei meccanismi patogenetici che determinano il fenomeno, vale a dire il distacco di retina regmatogeno (dal greco rhegma che vuol dire “rottura”), quello trazionale (puro o combinato trazionale-regmatogeno) e quello essudativo.
L’incidenza è di una persona su 10.000 per anno senza predilezione di sesso, ed è bilaterale nel 10% dei casi.
Tra i fattori predisponenti vi sono la miopia, un’età maggiore di 50 anni, pregressi interventi chirurgici oculari, traumi bulbari.
Tra i sintomi iniziali vi sono la fotopsia (flash luminosi) e le miodesopsie (percezione di macchie scure mobili con i movimenti oculari).
Le conseguenze sono una riduzione del campo visivo, con la comparsa di una sorta di “tenda scura” e la compromissione della visione centrale, se il distacco raggiunge la regione maculare.
La terapia è esclusivamente chirurgica. (S.B.)
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