Quest’anno la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre compie 41 anni. Quella che celebreremo è infatti una ricorrenza internazionale nata ormai nel lontano 1981, una data che segnò l’avvio dell’impegno dell’ONU al fianco delle persone con disabilità di ogni Paese e al fianco delle loro organizzazioni di rappresentanza, presenti in tutto il mondo. Dunque l’avvio di un lungo cammino comune che ci permette oggi di tracciare, in un quadro internazionale, una breve riflessione.
Oggi le persone con disabilità rappresentano il 15% della popolazione mondiale, sono circa un miliardo e, nel corso della loro vita, quasi tutti devono ancora affrontare – nei Paesi più avanzati come in quelli poveri – condizioni di difficoltà economiche e discriminazioni sociali e culturali. Ostacoli che ne limitano la piena partecipazione alla vita sociale.
Il tema della mancata inclusione rimane dunque un tema globale e trasversale che nel prossimo futuro necessiterà di politiche lungimiranti e incisive: l’inclusione è divenuta infatti una necessità imprescindibile, in un mondo che cambia, anche grazie ai mutamenti demografici che ci attendono. Infatti il numero di persone con disabilità è in costante crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione. Gli studi confermano che a livello mondiale esista una stretta correlazione tra invecchiamento e disabilità, soprattutto nei Paesi più poveri, dove gli individui corrono maggiori rischi a causa di malattie croniche e patologie non adeguatamente curate.
In questo contesto mondiale la sfida di fondo, pertanto, rimane ovunque la stessa: includere, grazie alle realizzazione delle pari opportunità e alla promozione dei diritti rimane oggi l’unica opzione possibile per il benessere di tutti. La diversità resta la condizione indispensabile per la democrazia e la crescita civile di qualsiasi Paese.
E in Italia? Nel quadro internazionale, e soprattutto europeo, l’Italia risulta oggi fra i Paesi più avanzati, ha fatto significativi passi avanti, sia sotto il profilo legislativo che culturale. Tuttavia non possiamo non constatare come negli ultimi anni il cammino verso la piena inclusione e la lotta alle discriminazioni si sia via via rallentato: le recenti crisi economiche che si sono succedute, la pandemia, l’avvicendarsi di Governi diversi e la conseguente difficoltà ad avviare politiche di lungo periodo sono tutti fattori che tardano l’adeguamento del nostro sistema di welfare e la fruibilità dei diritti dei cittadini con disabilità.
La frammentazione e la sovrapposizione negli anni degli interventi legislativi per le disabilità, la scarsità dei finanziamenti messi poi a disposizione, i lunghi tempi di attuazione, spesso ostacolano la realizzazione pratica e l’esigibilità dei provvedimenti legislativi già approvati. Pensiamo solo al lungo iter che attende ora l’attuazione e la futura “messa a terra” della Legge Delega in matertia di disabilità [Legge 227/21, N.d.R.].
Ecco perché, soprattutto in occasione della Giornata Internazionale del 3 dicembre, il ruolo delle Associazioni delle persone con disabilità diventa ancor più importante e decisivo: solo insieme potremo far sentire la nostra voce. Solo insieme i cittadini con disabilità (per nascita, incidente o malattia), o gli anziani non autosufficienti (che spesso divengono disabili per età) potranno riuscire a costruire un Paese migliore. Un Paese che sia davvero a misura di tutti, coniugando insieme coesione ed equità sociale.