«Siamo al fianco di Gabriele, persona con grave disabilità, nonché delle Associazioni Hermes e AVI (Agenzia Vita Indipendente), nell’esprimere il nostro dissenso e la nostra indignazione verso il Servizio Territoriale Sanitario dell’ASL Roma 2 che al termine del progetto riabilitativo di Gabriele stesso, svoltosi fuori dalla Regione Lazio, durato ben sette anni e conclusosi con esito positivo, invece di tutelare e garantirne il diritto ad una vita indipendente, alla deistituzionalizzazione e al reinserimento “come cittadino nel mondo di tutti”, oltreché alla predisposizione di un Progetto Individuale secondo la Legge 328/00 (articolo 14), diritto ribadito anche dalla Sentenza del TAR Lazio n. 04857 del 21 aprile di quest’anno [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.], risponde chiedendo invece l’intervento del Tribunale per estromettere di fatto Gabriele e la sua famiglia dalla facoltà di scegliere, negando il diritto all’autodeterminazione della persona con disabilità e la possibilità di essere rappresentata dalla propria famiglia/caregiver»: lo si legge in una nota diffusa dalla FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Pertanto la stessa FISH Lazio, insieme a Hermes e AVI, chiedono che venga riconosciuto: «il Progetto di vita indipendente, il diritto di autodeterminarsi per la persona con disabilità, il diritto di parola della persona con disabilità e quello del caregiver familiare». (S.B.)
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