«L’agenda politica, negli ultimi due decenni, ha posto molta attenzione al tema dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità focalizzando, però, l’attenzione su quelle persone che presentano un profilo funzionale compatibile con l’espletamento di una tradizionale attività lavorativa. Nulla o scarsa attenzione, invece, è stata prestata a coloro che, pur non avendo capacità e competenze spendibili in contesti lavorativi esterni, possono comunque acquisire competenze professionali incrementabili attraverso la partecipazione ad attività occupazionali non più assistenziali, ma concretamente produttive. È quello che accade in quei centri socio-occupazionali/laboratori protetti che sono in grado di coinvolgere – attraverso la formula del lavoro conto terzi – il settore profit nei loro progetti di inserimento lavorativo, offrendo a persone con disabilità difficilmente collocabili sul mercato del lavoro, l’opportunità di sviluppare la propria identità sociale di lavoratori e lavoratrici, impegnandole in una reale attività produttiva, facilitata da interventi di accomodamento ragionevole personalizzati e dalla presenza di personale educativo specializzato. Molti però sono i difetti di questo sistema da riformare e innovare»: è quanto si legge da parte della Fondazione OPIMM di Bologna nella presentazione del convegno Un lavoro dignitoso per Tutti e Tutte. Dall’inoccupabilità alla “produttività operosa” delle Persone con disabilità, evento promosso in ricordo dell’indimenticato Andrea Canevaro, che si terrà nel pomeriggio di domani, 6 dicembre, presso la nuova sede della stessa Fondazione OPIMM (Via del Carrozzaio, 7, Bologna, ore 14) e che verrà anche diffuso in diretta streaming.
Durante tale incontro, dunque, si cercherà di rispondere ad una serie di precise domande, ovvero: «Se quello che viene svolto in molti centri socio occupazionali è a tutti gli effetti lavoro, perché non è possibile prevedere una retribuzione? Quali sono le forme di tutela e protezione sul lavoro per le persone che vengono impegnate? Potrebbe il sistema di accreditamento dei centri socio occupazionali tenere conto e supportare il lavoro produttivo?».
«Queste e altre ancora – sottolineano dalla Fondazione OPIMM – sono le domande a cui tecnici ed esperti tentano da anni di trovare risposte, consapevoli che l’unica possibilità di cambiare il sistema può nascere solo dalla volontà politica di riformarlo, per renderlo più aderente alla nuova concezione della persona con disabilità, non come “oggetto di assistenza”, ma di “soggettività operosa” con un proprio posto nel mondo». (S.B.)
A questo link è disponibile il programma completo del convegno di domani, 6 dicembre, che potrà anche essere seguito in diretta streaming a questo link. Per ulteriori informazioni: comunicazione@opimm.it (Giulia Sudano).