In occasione delle prossime elezioni regionali della Lombardia, in programma per il 12 e il 13 febbraio, la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha condiviso con tutti i candidati le proprie richieste e proposte di riforma per aprire un dibattito sui diritti delle persone con disabilità.
«Inclusione e indipendenza delle persone con disabilità – ha scritto in una lettera ai candidati Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA – sono le due parole chiave su cui dovrà ruotare l’azione di governo di chi amministrerà la Regione Lombardia dopo la prossima tornata elettorale. Inclusione significa poter partecipare a ogni aspetto della vita sociale in condizione di uguaglianza con gli altri, rimuovendo ogni barriera che ancora oggi limita questa possibilità. Indipendenza ha invece a che fare con la possibilità di scegliere, sempre in condizioni di uguaglianza con gli altri, che cosa fare della propria vita, tanto nella dimensione quotidiana, tanto in quella più ampia».
La Federazione lombarda guarda con attenzione alle prossime elezioni regionali «anche come occasione di dibattito e di confronto sulle strade da percorrere per vedere rispettati i diritti umani delle persone con disabilità». Per questo motivo ha condensato all’interno di un documento inviato ai candidati una serie di analisi, richieste e proposte su diversi temi, a partire dal settore delle politiche di welfare sociale, un àmbito che dovrà affrontare grandi cambiamenti alla luce dell’approvazione della Legge Delega al Governo in materia di disabilità (Legge 227/21) e dell’implementazione della recente Legge Regionale Lombarda 25/22 (Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità).
«Inoltre, nei prossimi anni – si legge nel citato documento prodotto dalla LEDHA – si dovrà fare in modo che effettivamente sia il Progetto di vita della persona con disabilità a determinare i sostegni di cui la persona avrà bisogno e diritto. Una vera “rivoluzione”, dato che oggi è più frequente capiti il contrario».
E ancora, viene richiesto di arrivare alla definizione di un Fondo Unico per la Disabilità che possa costituire la base di risorse per la definizione del “budget di progetto” a sostegno di quanto previsto dal Progetto di vita.
In parallelo la LEDHA ha chiesto ai candidati di prevedere «un serio piano di deistituzionalizzazione, che da un lato eviti l’ingresso nei servizi istituzionalizzanti delle persone con disabilità e dall’altro favorisca percorsi di uscita per coloro che ci vivono. Un analogo sforzo deve inoltre essere messo in campo per arrivare a un pieno riconoscimento della capacità giuridica e di uguale riconoscimento delle persone con disabilità di fronte alla legge, aprendosi a una seria collaborazione con gli Enti Locali e del Terzo Settore, per arrivare a un migliore utilizzo dell’amministratore di sostegno».
Per consentire altresì alle persone con disabilità di essere maggiormente presenti e quindi visibili nella società sarà necessario investire tempo e risorse affinché i servizi e le strutture destinate a tutta la popolazione siano resi accessibili anche alle persone con disabilità. Da qui la richiesta della LEDHA di un maggiore impegno e di una maggiore attenzione al tema dell’accessibilità e del benessere ambientale: «È necessario creare le condizioni – si legge a tal proposito nella lettera di Manfredi – affinché ogni barriera che impedisca la partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale sia considerata una discriminazione, da contrastare senza indugio, il tutto tramite un impegno da declinare in molti ambiti della vita quotidiana, dalla scuola ai trasporti, dal tempo libero allo sport».
Altri due aspetti fondamentali sottolineati dalla Federazione, per assicurare il diritto a una vita autonoma da parte delle persone con disabilità, sono quelli relativi alla casa e al lavoro. «Ancora oggi – si dichiara – per le persone con disabilità la difficoltà a trovare una casa accessibile e adeguata alle proprie esigenze è una delle barriere che limita fortemente la possibilità di formare la propria famiglia. Allo stesso modo anni di studi e statistiche sul tema mostrano come, anche in Lombardia, le persone con disabilità abbiano gravi difficoltà a trovare un impiego. Occorre pertanto interrogarsi su quali possano essere gli interventi veramente efficaci affinché da un lato il mondo delle imprese diventi inclusivo e dall’altro le persone con disabilità arrivino alle scelte lavorative nelle migliori condizioni possibili».
Per quanto concerne l’àmbito sanitario, la LEDHA si sofferma sulla necessità di una riflessione su come rendere effettivo il diritto alle cure per tutte le persone con disabilità e lungo tutto il corso dell’esistenza, un diritto, viene sottolineato, «ancora non pienamente rispettato, anche se nel corso degli ultimi anni la Regione Lombardia ha tracciato una strada chiara e condivisibile, che prevede il potenziamento delle UONPIA (Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), la diffusione in ogni ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale) dell’esperienza dei Centri DAMA (“Assistenza medica avanzata alle persone con disabilità”) e l’attenzione all’odontoiatria speciale».
E da ultimo, ma non meno importante, arriva dalla LEFHA un richiamo alla scadenza “olimpica” del 2026 e all’urgenza di una seria programmazione, per fare in modo che le prossime Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali siano effettivamente e completamente accessibili a tutti, dentro e fuori il campo di gara. (I.S. e S.B.)
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