E’ stato aperto dall’assessore regionale alle Politiche del Lavoro e della Formazione, Ugo Ascoli, il convegno organizzato dalla Regione Marche, allo scopo di fare il punto della situazione a distanza di cinque anni dall’entrata in vigore della Legge 68/99 Norme per il diritto al lavoro dei disabili.
Augusto Battaglia, membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, ha affiancato l’assessore Ascoli, nel condurre un’analisi su quanto ancora possa e debba essere fatto in ambito di occupazione ed integrazione e su come le politiche governative (pensando ad esempio alla Finanziaria 2005) sembrino ostacolare anziché favorire uno sviluppo e una crescita di alcuni fondamenti sociali ormai irrinunciabili: l’integrazione scolastica e lavorativa e la riduzione della precarietà in quest’ultimo ambito.
Successivamente, un fitto programma di interventi ha spostato la discussione su un campo più pratico. Infatti, la partecipazione di molti esperti in materia – tra cui Mariano Cingolani (Istituto di Medicina Legale dell’Università di Macerata) e Nina Daita (responsabile Ufficio Handicap della CGIL Nazionale) – ha dato vita ad una tavola rotonda che ha sviluppato temi quali la compatibilità tra la persona e la mansione, l’importanza dell’attivazione delle risorse relazionali e sociali, il ruolo delle cooperative di tipo B, la situazione dell’inserimento lavorativo in ambito europeo, oltre che l’importanza del lavoro nel progetto di vita di una persona con disabilità.
Alcuni lavori di gruppo hanno dato quindi la possibilità di discutere e di approfondire i seguenti aspetti:
- la necessità di creare un ponte tra la scuola e il mondo del lavoro, sviluppando progetti formativi che coinvolgano figure professionali e le famiglie stesse.
- Il lavoro in rete: diverse esperienze provinciali a confronto hanno fatto emergere infatti varie lacune e carenze del sistema, tra le quali spiccano la mancanza sia di linee guida operative ben definite sia di una maggior rapidità delle procedure burocratiche.
- L’importanza della presenza di servizi integrati socio-sanitari da svilupparsi necessariamente in parallelo ad un sistema di interventi rivolti all’inserimento lavorativo, anche in virtù della Legge 328/00;
- Infine, la mentalità e l’approccio delle aziende rispetto all’assunzione di una persona con disabilità, che devono cambiare in modo radicale, non considerando più dunque questo fatto come un sacrificio, ma semplicemente come l’acquisizione di una nuova, ulteriore risorsa.
Una maggiore propositività e apertura al dialogo tra i vari enti, servizi e imprese, risulta essere in conclusione solo il punto di partenza per un cammino di crescita e sviluppo, per troppo tempo frenato, ma che non potrà non passare attraverso momenti di corretta informazione e formazione, verso una reale condivisione di pari dignità e di pari responsabilità.
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