Il progetto Empowernet, finanziato con i fondi stanziati in base alla Legge 383/2000, nasce dalla collaborazione fra tre organizzazioni, l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) e la FISH. L’obiettivo principale è quello di sviluppare una rete nazionale che permetta lo scambio di esperienze e professionalità acquisite nell’ambito dell’inclusione sociale, della lotta alla discriminazione, attraverso una serie di interventi di informazione e formazione rivolti alle persone disabili, ai loro familiari e alle associazioni cui essi aderiscono.
Nell’ambito di tali finalità, FISH ha promosso tre progetti specifici denominati EmpowerNet 1, 2 e Net.Com, rispetto ai quali abbiamo chiesto un aggiornamento direttamente a Stefania Dondero, responsabile dei progetti.
«Per quanto riguarda EmpowerNet 1 – ci spiega Stefania – al momento ci troviamo nel pieno dell’attività. Stiamo realizzando in dieci regioni gli ultimi passaggi del corso di formazione rivolto ai leader delle associazioni e articolato, per ciascun gruppo, in 150 ore totali, di cui 50 svolte attraverso la formazione a distanza (FAD). Questa esperienza formativa in generale e il lavoro dei gruppi più in particolare ha rappresentato una modalità di intervento innovativo, poiché i partecipanti sono stati coinvolti fin dall’inizio nella progettazione del percorso di empowerment avviato con l’iniziativa progettuale».
Quali sono le aree tematiche che avete affrontato in questa fase formativa?
«Le tematiche, che come le metodologie sono state scelte basandosi sulle esperienze e le necessità specifiche delle associazioni aderenti alla FISH, riguardano i diritti umani, costituzionali, sociali e sanitari, la metodologia della formazione a distanza, i servizi sociosanitari, i livelli essenziali, i piani di zona, la coprogettazione, la comunicazione sociale, il fund-raising e, per finire, il lavoro in rete».
E i prossimi passi?
«Nelle prime tre regioni coinvolte nel Progetto (Campania, Lombardia e Sardegna) sono previste e in via di realizzazione entro la primavera e l’estate del 2005 due importanti azioni che interessano la rete associativa: un’attività di ricerca e l’avvio, per una prima fase sperimentale, di Centri informativi denominati Centri risorse EmpowerNet. Per quanto riguarda la ricerca, promossa dalla FISH con il contributo tecnico e scientifico della Fondazione Zancan di Padova, essa si svilupperà su due linee di lavoro. La prima relativa ai livelli essenziali di assistenza, attraverso l’analisi e il confronto dei comportamenti regionali in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria. La seconda invece ricostruendo e analizzando i processi di presa in carico della persona con disabilità e della sua famiglia, nei diversi momenti della vita e nei percorsi di accesso alla rete dei servizi e degli interventi. I modelli rilevati (a scala distrettuale) saranno quindi analizzati alla luce del “modello teorico” di presa in carico che le associazioni aderenti alla FISH hanno sintetizzato nella proposta di legge (del maggio 2003) sulla presa in carico, presentata nel corso dell’Anno Europeo delle Persone con Disabilità. La rilevazione dei tre modelli distrettuali (uno per ciascuna regione) sarà condotta utilizzando due strumenti: interviste e focus group, rivolti a persone con disabilità, alle loro famiglie e agli operatori dei servizi sociali».
Per quanto riguarda invece i Centri Risorse EmpowerNet, quale sarà la loro attività?
«I Centri Risorse EmpowerNet dovranno garantire il raggiungimento dei principali obiettivi previsti dal progetto nazionale, ovvero la valorizzazione delle esperienze, la diffusione di dati su diritti e servizi, la creazione di partnership territoriali, lo sviluppo dell’informazione verso i cittadini con disabilità. Quel mondo della disabilità dove in questo momento è in corso un ripiegamento complessivo sulle dinamiche gestionali e assistenziali e che sta trascurando la propria capacità di interloquire e interpellare l’insieme della comunità sociale e delle istituzioni. Il Centro Risorse non avrà la struttura di un ufficio con competenze rigide e predefinite e un’identità univoca. Il progetto infatti potrà prevedere iniziative di mappatura dei bisogni e delle risorse, monitoraggio, formazione e informazione, ricerca e studio, da definire all’interno di un percorso partecipato e condiviso. L’idea di fondo è di considerare “risorse del Centro” innanzitutto competenze e professionalità già presenti all’interno delle associazioni. L’indicatore principale del grado di successo del progetto sarà innanzitutto la capacità di realizzare una modalità di lavoro comune e condivisa dalle associazioni, oltre che dall’insieme delle associazioni stesse e dei partner territoriali, a partire dalle istituzioni».
Dal suo punto di vista, con quale modalità è opportuno che i Centri si rapportino con le realtà esterne?
«Essi devono caratterizzarsi come un’entità “di secondo livello” a rilevanza regionale, promossa dalle associazioni del mondo della disabilità al fine di potenziare la loro stessa capacità di elaborazione culturale, di comunicazione e di intervento sociale. Un’entità che si rivolge ai leader associativi, ai quadri direttivi e ai servizi, pubblici e privati, che svolgono attività di informazione e consulenza ai cittadini con disabilità. Un’entità che dialoga con le altre agenzie territoriali, a partire dagli Enti locali, e promuove una serie complessa di attività, come la raccolta e la diffusione di informazioni, il monitoraggio sul rispetto dei diritti delle persone con disabilità, il collegamento tra le associazioni, lo sviluppo di progetti per rispondere a bisogni emergenti e la comunicazione con le istituzioni e i mass media».
EmpowerNet 2, invece, come e quando nasce?
«Ufficialmente nasce nel dicembre 2004 (durata prevista: 18 mesi) e si propone in perfetta continuità rispetto al progetto antecedente. Infatti, si presenta come la naturale continuazione delle attività già avviate, prevedendo lo sviluppo di alcuni nuovi aspetti, sempre nell’ottica di un rafforzamento della rete. In particolare, EmpowerNet 2 è focalizzato su due aree di importanza strategica: l’educazione e il lavoro, e al loro interno prevede azioni di ricerca e intervento mirate all’individuazione di buone prassi riguardo alla non discriminazione e alle pari opportunità; questo anche in collaborazione con gli uffici scolastici regionali di tre regioni che hanno aderito al progetto: Calabria, Marche ed Emilia Romagna. Per quanto riguarda l’impegno per il rafforzamento e la stabilizzazione delle azioni promosse dalla rete associativa, EmpowerNet 2 trasferirà in altri ambiti territoriali il modello dei Centri Risorse EmpowerNet. Così i Centri da tre diventeranno sette, andando a potenziare ulteriormente il profilo nazionale di coordinamento e integrazione. I nuovi Centri saranno avviati entro il 2006 in Calabria , Piemonte, Veneto e Umbria».
È già possibile anticipare qualche informazione anche sul Progetto Net.com?
«Il progetto è stato approvato a fine dicembre, ma per poterne parlare in modo chiaro ed esaustivo è necessario attenderne un’ulteriore definizione, prevista proprio in questo periodo. Posso comunque affermare che anche questa proposta sarà profondamente coerente con le due precedenti, in una chiara ottica di promozione dell’empowerment della rete, questa volta però con uno sguardo particolare rivolto agli aspetti della comunicazione, interna ed esterna, che attraverso vari strumenti e con diverse modalità di coinvolgimento attivo, porterà soprattutto sostegno ai leader delle associazioni».
Un primo bilancio, che anche se parziale, ci sembra dunque positivo…
«Sicuramente. L’idea da cui tutto è scaturito, quella di lavorare in rete per la progettazione partecipata, per un profondo scambio e una sinergia tra le varie associazioni, ha dato vita ad un impegno e a una partecipazione molto forti. Dai gruppi è arrivata una collaborazione notevole, a dimostrazione che molte persone capiscono l’importanza del contributo che loro stessi e le loro associazioni possono dare a questo progetto».