I pazienti affetti dalla sindrome di Wolf-Hirschhorn (nota più semplicemente anche come WHS) tendono ad assomigliarsi molto, con la caratteristica struttura della fronte, degli occhi e del naso, definita in passato conformazione ad elmo di guerriero greco.
Essi possono poi presentare vere e proprie malformazioni a carico del sistema nervoso centrale, di occhi, palato, cuore, apparato scheletrico, gastrointestinale, genitale e urinario. Appare quindi importante che – una volta accertata la diagnosi – tutti questi possibili difetti congeniti vengano ricercati con cura.
Le cause
Esse vanno individuate in una piccola perdita di materiale genetico (microdelezione) a carico della parte alta del braccio corto di uno dei due cromosomi 4 (4p 16.3), con ampiezza variabile da paziente a paziente, anche se, allo stato attuale, non vi è una relazione stretta e diretta tra quantità di materiale cromosomico perso e gravità dei problemi clinici.
La diagnosi
Si può essere sospettare una diagnosi di WHS in ogni età della vita, solitamente in base all’aspetto fisico, ai problemi di crescita e al quadro neurologico.
L’ipotesi dev’essere confermata attraverso la dimostrazione della microdelezione di cui si è detto, mediante un’analisi mirata (cariotipo con bandeggio pro-metafisico) o con tecniche di laboratorio più sofisticate e precise. Di regola il classico esame cromosomico (bandeggio standard) è normale, ma questo non deve trarre in inganno e fare abbandonare le indagini.
Come già accennato, il neonato affetto dalla sindrome tende ad avere un basso peso alla nascita (circa due chili) e a crescere secondo un ritmo più lento delle attese.
Sono spesso evidenti problemi anche gravi di alimentazione spontanea che possono portare a modalità particolari di nutrizione e ad un trattamento riabilitativo specifico.
In relazione a tali difficoltà, si possono verificare infezioni broncopolmonare da ingestione di alimenti (BCP ab ingestis). In generale, poi, i pazienti possono avere infezioni ricorrenti sia a carico delle alte che delle basse vie aeree e frequenti sono pure le crisi convulsive, talora di difficile controllo con le terapie mediche. E’ possibile infine osservare problemi funzionali agli occhi (strabismo, miopia) e alla colonna vertebrale.
La prognosi
Dal punto di vista della prognosi, sono ben noti individui con WHS che hanno raggiunto l’età adulta e la maggioranza degli affetti non presenta immediati rischi di sopravvivenza.
La possibilità di un precoce decesso va di regola correlata all’eventuale presenza di gravi malformazioni a carico di organi vitali (cuore) o di importanti complicanze mediche (gravi broncopolmoniti ab ingestis).
L’impegno maggiore del trattamento è rivolto alla stimolazione e alla riabilitazione in ambito psicomotorio e intellettivo, oltre che al controllo dei possibili problemi medici rilevati.
Va detto anche che l’evoluzione in ambito psicomotorio e intellettivo non è di tipo degenerativo, ma molto lentamente migliorativo.
L’ereditarietà
Per quanto concerne infine l’ereditarietà, se in generale la suddetta microdelezione si crea casualmente, nel 15-20% dei casi, invece, essa deriva da un assetto cromosomico predisponente in uno dei genitori che potrebbe, di conseguenza, portare alla nascita di più di un soggetto affetto nella stessa famiglia.
Diventa quindi indispensabile che ogni coppia di genitori di un bambino con WHS esegua un’adeguata consulenza genetica e accurati esami di laboratorio, per stabilire, nel singolo caso, il meccanismo di insorgenza dell’anomalia.
Ad occuparsi in Italia della sindrome di Wolf-Hirschhorn è l’AISIWH (Associazione Italiana sulla Sindrome di Wolf-Hirschhorn), con sede a Montecosaro (Macerata) (segreteria.aisiwh@gmail.com), nata per offrire supporto alle famiglie dei pazienti, per suscitare e mantenere l’interesse pubblico sulla malattia e per stabilire rapporti con il mondo medico e sanitario, finalizzati allo studio della WHS.
Si cerca inoltre di intervenire presso il Legislatore per far promuovere norme utili a migliorare le condizioni di vita dei soggetti affetti, nonché di incoraggiare e aiutare attivamente la preparazione del personale specializzato per la cura, l’educazione, l’assistenza e la riabilitazione.
*Consulente medico-scientifico dell’AISIWH.
Testo tratto (e successivamente aggiornato) da DM 149/150 (luglio-ottobre 2003), periodico della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).
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